26 giugno Giornata mondiale di lotta alla droga. O sarebbe meglio dire “Giornata mondiale della Memoria di quando Istituzioni e Comunità lottavano insieme contro la diffusione delle droghe”.
Un tempo erano le Comunità. Oggi con l’espressione “privato sociale” si include tutto e di più e forse troppo. Ma soprattutto non ci sono più le Istituzioni.
Non c’è un Governo che abbia una strategia chiara né un piano nazionale di intervento.
Non ci sono Regioni (e il Lazio non fa eccezione!) che abbiano un programma di interventi coordinati e condivisi.
L’unica parola d’ordine è “riduzione del danno” buona solo per mascherare una sconfitta educativa. Che però non paghiamo noi, pagheranno i nostri figli.
Ai quali vengono negati programmi di prevenzione del disagio, promozione di stili di vita sani, accompagnamento educativo al protagonismo nella loro crescita.
Restano i Ser.D. malridotti e senza personale che un tempo riuscivano a garantire anche gli sportelli di ascolto nelle scuole (i CIC per chi se li ricorda) ma ormai non più da almeno quindici anni.
Restano le Comunità a fare da avamposti solitari, a testimoniare che c’è un mondo che non vuole arrendersi, a ricordare che le droghe (tutte) fanno male e che con il gioco d’azzardo (anche se legalizzato) ci si fa male.
Noi non molliamo.