Alla Camera con Paolo Ciani

Alla Camera con Paolo Ciani

La delegazione di Demos – Democrazia Solidale della provincia di Frosinone alla Camera dei Deputati con l’on.le Paolo Ciani. L’ingresso di Barletta e Cerqua. Il protagonismo del gruppo giovani.

Il coordinamento provinciale di Frosinone di Demos – Democrazia Solidale, è stato ricevuto ieri a Roma, presso la Camera dei Deputati, dal segretario nazionale on.le Paolo Ciani.

«Vi ringrazio molto per il lavoro che state svolgendo – ha detto in apertura il segretario nazionale – e la crescita di Demos in quel territorio è il segno che state lavorando bene. Credo che abbiamo davanti la sfida importante del rilancio di una Provincia che sta soffrendo troppo e da troppo tempo. E questa sfida dobbiamo affrontarla insieme. Penso ai segnali di impoverimento della realtà industriale di quel territorio e spero che le Istituzioni regionali e nazionali sapranno dare segnali concreti di sostegno alle Imprese. Così come penso – ha continuato Ciani – ad una Sanità provinciale che vive in uno stato d’emergenza continua, dove i reparti continuano a chiudere per la cronica mancanza di personale e dove i cittadini subiscono una continua contrazione di servizi. E gli effetti sono più pesanti ovviamente sulle fasce più deboli della popolazione che non ha la possibilità di rivolgersi alla sanità privata, peraltro sempre più diffusa. Mi sento molto legato al vostro territorio e metterò il mio impegno in questa sfida comune».

Una delegazione composta da 30 persone che hanno rinnovato l’impegno a promuovere nella Provincia di Frosinone una politica non autoreferenziale ma centrata sulla vita reale delle persone, una politica capace di avere come orizzonte la costruzione di una società coesa, solidale, attenta alle fragilità, inclusiva, in armonia con l’ambiente e attente alla dignità dei lavoratori.

«In questi primi 4 anni abbiamo affrontato alcune tornate elettorali eleggendo amministratori in diversi Comuni della Provincia e dimostrando che vogliamo fare politica, occupandoci dei bisogni concreti delle persone e coinvolgendo, dal basso, cittadini e associazioni interessati al bene comune» ha affermato Luigi Maccaro, coordinatore provinciale di Demos oltre che Assessore alle politiche sociali del Comune di Cassino. «Vogliamo essere un’alternativa – ha continuato – alla politica urlata e allarmista sempre alla ricerca di contrapposizioni».

Una giornata di lavoro, di verifica e di programmazione che ha visto sul tavolo temi riguardanti l’organizzazione interna del partito, il tesseramento, i prossimi appuntamenti elettorali amministrativi ma è stata anche l’occasione per accogliere ufficialmente l’adesione di nuovi amministratori come il Sindaco di Supino, Gianfranco Barletta e la Consigliera comunale di Sora Manuela Cerqua.

«Ho scelto Demos – ha dichiarato Manuela Cerqua – perché in questo partito ho ritrovato quei principi che mi hanno spinto ad avvicinarmi alla politica, gli ideali e i valori sui quali ho improntato la mia azione politico-amministrativa, che ha come principali obiettivi la persona e il bene comune. Da oggi, intendo lavorare insieme a questo gruppo, con serietà e rinnovato entusiasmo, sulle criticità che investono più da vicino il nostro territorio, partendo dalle grandi battaglie che sta portando avanti l’on. Ciani sui temi delle periferie, dei disagi giovanili e delle azioni da mettere in campo contro le droghe, della sicurezza stradale, della pace, della giustizia sociale e dell’ambiente».

Così anche il Sindaco Barletta per il quale «entrare in Demos significa far parte di una squadra 

coesa e con la quale desidero tornare a fare la politica che parla con le persone lavorando tutti insieme per il bene del territorio cosa che purtroppo altri partiti hanno perso di vista. Da Sindaco – ha aggiunto Barletta – sento ogni giorno la responsabilità delle Istituzioni che devono trovare soluzioni ai bisogni delle persone, soprattutto le più fragili».

Un percorso, quello di Demos, cominciato da poco ma che in poco tempo si è diffuso in tutte le regioni italiane cercando di colmare quella distanza enorme che si è creata fra cittadini e politica, testimoniata dalle percentuali di astensionismo che ad ogni elezione diventa sempre più importante. Un percorso che ha coinvolto molti cittadini, amministratori, associazioni riuniti in una rete decisa a promuovere una riforma della società improntata all’inclusione sociale, alla sostenibilità ambientale, al protagonismo delle nuove generazioni e alla dignità del lavoro.

«Un percorso – ha aggiunto Manuela Maliziola, coordinatrice di Demos a Ceccano, Comune di cui è stata Sindaco negli anni scorsi – che nei prossimi mesi torneremo a presentare nei Comuni della nostra provincia organizzando incontri e momenti di confronto che ci accompagneranno fino alle amministrative del 2024».

Apprezzatissimo anche l’intervento del gruppo giovani “Spazio Z” che si è espresso attraverso la voce di Francesca Papa, studentessa universitaria che ha detto «noi non siamo i cittadini di domani come spesso ci chiamano, noi vogliamo essere interlocutori della politica già oggi, perché vogliamo capire e costruire insieme le risposte ai nostri bisogni e vogliamo essere pronti quando un domani avremo ruoli di responsabilità dentro alle Istituzioni».

L’impegno di Demos – Democrazia solidale in Provincia di Frosinone prosegue grazie anche al coinvolgimento di nuovi amministratori che vedono in questa forza politica un’esperienza di forte attenzione alle persone. Tra i presenti le delegazioni di Frosinone, guidata da Maria Grazia Baldanzi con l’ex Sindaco di Frosinone Michele Marini, quella di Ferentino guidata da Antonella Liberatori, quella di Ceccano guidata da Manuela Maliziola, quella di Cassino con i consiglieri comunali Umbaldo e Galasso, di Sora con Cerqua e di Supino con il Sindaco Barletta e sono giunti i saluti e il contributo dei gruppi di Alatri con Bruno Pietrobono e di Villa Latina con la consigliera Silvia Tusei.

Frosinone, 6 settembre 2023

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Infinito spazio nel cuore

Infinito spazio nel cuore

Non siamo noi che “salviamo” i bambini che hanno necessità di un ambiente familiare aggiuntivo a quello di origine. Sono loro, sono quei bambini, che salvano noi. Ci salvano come società, come istituzioni, come mondo degli adulti. Ci danno la possibilità di cogliere l’occasione per restituire dignità al nostro ruolo di adulti, genitori, amministratori. Perché una società, come è quella italiana, che ha mezzo milione di minori in carico ai servizi sociali, forse un po’ in discussione dovrebbe mettersi.

Devo dire che da Assessore alle politiche sociali non mi mancano motivi di orgoglio per i risultati raggiunti in questi primi anni di promozione dell’istituto dell’affido familiare. Risultati raggiunti prima grazie agli assistenti sociali dell’area minori guidati dalla dott.ssa Silvia Crolla.

Poi grazie al Consorzio dei Servizi sociali che, grazie alla sensibilità e alla disponibilità del suo presidente, Simone Costanzo, del suo direttore, Emilio Tartaglia ma soprattutto della dott.ssa Federica de Santis che è la coordinatrice dell’area Sociale, ha sposato l’idea, rilanciando, attraverso l’istituzione del Centro Consortile per l’Affido Familiare che è ospitato a Cassino in uno dei locali confiscato alla criminalità organizzata. In maniera molto significativa questi spazi sono stati recuperati alla cultura e alla promozione sociale.

Ma l’obiettivo che avevamo in testa già 3 anni fa, la cosa che secondo me garantisce nel tempo la continuità di questa iniziativa, della promozione dell’affido familiare, a prescindere dall’impegno istituzionale che potrebbe essere discontinuo, la garanzia ce la può dare solamente l’amore e la passione delle famiglie affidatarie che quest’anno si sono riunite in questa associazione che – lasciatevelo dire – ha un nome un po’ articolato… “In punta di piedi, a braccia aperte” ma che restituisce chiaramente lo stile di queste famiglie, uno stile improntato alla straordinaria capacità di accoglienza e all’umiltà di chi si mette al servizio degli altri!!! 

Oggi promuovere l’affido familiare è un dovere istituzionale ed è una risposta ad un bisogno di accoglienza di cui forse non ci rendiamo veramente conto: in Italia sono oltre 400 mila i minori seguiti dai servizi sociali. E noi sappiamo bene, gli assistenti sociali meglio di me, quanto è importante per un bambino crescere in un ambiente in cui possa sentirsi amato. E’ l’unico modo che ha il bambino per darsi valore come persona. E il modo migliore per rispondere a questo bisogno è esattamente quello dell’affido familiare. Per cui voglio ringraziare – e non lo faremo mai abbastanza – le famiglie affidatarie che sono qui stasera.

E speriamo che aumentino sempre di più, per questo è necessario incrementare la realizzazione di eventi, facilitare anche la diffusione delle diverse forme di solidarietà familiare: non solo residenziale ma anche più leggero ad esempio diurno se il bambino rimane nella famiglia di origine. Il tema della prossimità solidale può essere ampiamente declinato. Perché, è giusto ripeterlo, e sta proprio qui la straordinarietà del gesto d’amore delle famiglie affidatarie, l’affido familiare non è l’anticamera dell’adozione ma ha come obiettivo garantire al minore l’affetto familiare che manca nella famiglia d’origine. E bisogna lavorare insieme affinché quelle condizioni affettive possano essere ripristinate nella famiglia d’origine, anche se sappiamo che in diversi casi questo può essere difficilissimo.

E quindi entra in gioco il tema della RESPONSABILITA’ CONDIVISA che abbiamo insieme, istituzioni e associazioni delle famiglie affidare nella promozione di questo istituto. 

Una condivisione che può portarci a cogliere, ripeto, anche il ventaglio di possibilità che questo istituto offre, anche tentando delle innovazioni proprio per tenere al centro la persona invece che le normative. Penso al sostegno scolastico pomeridiano, all’affidamento diurno, penso all’appoggio che le famiglie potrebbero dare anche a minori collocati in casa famiglia, penso agli spazi di socializzazione che potrebbero favorire l’amicizia tra famiglie fragili e famiglie (tra virgolette) normali. Oggi si vanno diffondendo ad esempio esperienze di affido culturale. Sono comunque forme intermedie che richiamano tutte la cultura della solidarietà familiare che dobbiamo diffondere.

Ma io dico che le soluzioni organizzative non bastano, non cambiano veramente la realtà. E’ l’apertura del cuore che cambia la vita delle persone e noi come Istituzioni ci siamo messi a disposizione di chi, come voi, quel cuore ha avuto il coraggio di aprirlo, diventando testimonianza di una scelta di vita. E oggi dobbiamo fare in modo che sempre più persone, sempre più famiglie abbiano la possibilità di incontrare questa esperienza. Perché ci sono incontri che ti cambiano la vita, lo sappiamo. Per questo non possiamo smettere di raccontare la bellezza di questa esperienza.

Continuiamo a mobilitarci coinvolgendo istituzioni, associazioni del terzo settore, operatori dei servizi pubblici, amministratori, affinché nuove alleanze e nuove strategie possano maturare e facciano registrare un passo avanti nella capacità della nostra società di proteggere chi è nel disagio, specie se minorenne e privo di adeguati supporti familiari.

Grazie a voi per la ricchezza che donate alla comunità di questo territorio.

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