Dipendenze e educazione alla felicità. Nonostante le attività poste in essere, la prevenzione, le campagne informative (sempre troppo poche) ciò che manca sembra essere un’analisi vera sullo stato emotivo dei ragazzi. E dei meno giovani.
Perché i ragazzi sono tornati a drogarsi? Questa è la domanda che ci stiamo facendo da quando con il calo dell’eroina invece di diminuire i tossicodipendenti sono aumentati di dipendenti da qualunque cosa. La risposta più ricorrente, ad ascoltare proprio i ragazzi, è il vuoto che sentono dentro. Un vuoto che nasce dalla incapacità di dare senso alle cose della vita: la famiglia, la scuola, il tempo libero, le amicizie, le passioni come la musica o lo sport. Ma siamo noi adulti che non sappiamo più insegnare a dare senso alle cose. Da quel vuoto i ragazzi cercano di fuggire provando a riempirlo con quello che la società gli mette a disposizione: alcol, fumo, sostanze, gioco, sfide estreme. Le cose che attivano dopamina e scariche di adrenalina nel cervello e ti fanno sentire vivo.
Non è un caso che il numero dei suicidi nell’ultimo periodo pare essere aumentato…
Il suicidio è la seconda causa di morte fra gli adolescenti. Fa impressione la quantità di ragazzi che arrivano al gesto estremo passando per un percorso di disagio psicologico che a volte diventa, anche rapidamente, un disturbo mentale. Il tema della salute mentale è un’emergenza già da qualche anno, il covid l’ha solo reso più evidente, eppure i servizi sono gravemente in difficoltà. Nella nostra provincia l’unico reparto psichiatrico ospedaliero è rimasto a Cassino e sopporta il peso di un’intera provincia con gravi mancanze in organico. Eppure per come è grave oggi la situazione sarebbe indispensabile un reparto psichiatrico infantile. Idem per i servizi territoriali dove la mancanza di psichiatri è ormai un’emergenza. Andrebbero fatti screening approfonditi sin dalla fase scolare, ma chi li fa?
Parlando delle campagne di prevenzione/informazione, qualcosa è andato storto. Attività a intermittenza e anche a volte dimenticate. Perché?
In alcuni casi si continua a pensare che si debbano informare i ragazzi sui pericoli delle droghe ma questo è inutile e semplicistico. Primo perché i ragazzi non si spaventano di fronte ai rischi della trasgressione, secondo perché loro su google e sui social trovano più informazioni di quanto possiamo immaginare. Anzi, è proprio perché conoscono gli effetti, hanno voglia di sperimentare! Più che prevenire bisogna promuovere modelli di vita sana e che abbia significati profondi. Non è moralismo, bisogna promuovere lo sviluppo di competenze come la resilienza, l’affettività, il pensiero critico e il pensiero creativo. La prevenzione inizia da bambini davanti alla vetrina di un negozio quando il genitore insegna a spostare in avanti la gratificazione: non tutto e subito ma quando sarà il momento giusto.
Torniamo ai numeri. I dati della relazione del Dep Lazio riferiti al 2023 ci dicono che quelli della Asl di Frosinone sono i più alti della Regione. Cassino rispecchia il trend provinciale o lo supera? E in cosa?
Penso che quando guardiamo alla nostra città abbia poco senso considerarne i confini geografici. Oggi Cassino è il punto riferimento di un territorio vasto che comprende quasi quaranta comuni. Migliaia di ragazzi che vengono qui per studiare, per divertirsi, per incontrare i loro coetanei ma anche per sperimentare, per trasgredire, per fuggire dal vuoto e dalla noia. E di conseguenza la gestione del tema dovrebbe essere collegiale, serve un Piano Locale Giovani di grande respiro con una forte dimensione interistituzionale. Non sono i dati ad essere allarmanti quanto piuttosto la mancanza di strategie!
Dipendenze da sostanze: oppiacei e coca ma di recente ci sono stati i casi di sospetta overdose registrati in ospedale a Cassino per un mix di sostanze. Così come siringhe rinvenute anche in centro. Cosa sta succedendo sotto ai nostro occhi?
Non c’è quasi più una persona che abbia una sola dipendenza: si va dalle sostanze legali come i farmaci a quelle illegali, passando per il web, la pornografia, le dipendenze alimentari e il gioco d’azzardo. Una volta l’eroinomane lo trovavi agli angoli delle strade, oggi chi fa uso di sostanze è la persona della porta accanto. Sostanze alle quali si accede con una semplicità imbarazzante, su internet si può comprare qualsiasi cosa e questo favorisce anche l’abbassamento dei prezzi e l’abbassamento dell’età.
L’approccio con stupefacenti e alcol ormai avviene a un’età sempre più bassa. Che quadro abbiamo del Cassinate?
Non abbiamo dati a cui fare riferimento, anche perché non ci sono fondi per la ricerca in questo campo. D’altra parte i dati che girano riguardano le persone che si rivolgono ai servizi e per ognuna di loro ce ne sono almeno altre tre che per vari motivi, compresa l’età giovane, ai servizi non si rivolgono. Ci sono però ragazzi che nel giro di un’estate passano dal fumare di nascosto la sigaretta elettronica alla stagnola di eroina. Serve una nuova consapevolezza da parte dei genitori che devono imparare ad osservare i comportamenti dei figli, anche quelli più banali e intervenire prima che sia troppo tardi.
Giovanissimi a rischio coma etilico quasi tutti i weekend. Su questo fronte cosa si può fare?
Anche qui l’educazione comincia in famiglia: non serve avere vino e birra a tavola tutti i giorni e sono stupidi gli adulti che invitano gli adolescenti ad “assaggiare” gli alcolici, eppure succede in tutte le famiglie, dove invece si dovrebbe imparare che l’alcol va usato con moderazione e in modo occasionale. Poi abbiamo la movida incontrollata e incontrollabile e lasciatemi dire quanto può essere ridicolo immaginare che i gestori dei bar possano mettere i cosiddetti steward a controllare i consumi e a limitare gli incassi! La funzione di controllo è dello Stato, nelle sue articolazioni, perciò serve la presenza delle forze dell’ordine, servono uomini, divise e mezzi presenti in maniera costante nei luoghi della movida. Tutto il resto sono chiacchiere inutili.
Nella voce “altre dipendenze” cosa ci finisce? Il gioco d’azzardo o forse anche le maledette challenge, che mettono a rischio poco più che bambini?
Le sfide pericolose parlano del bisogno dei ragazzi di attirare l’attenzione, per questo viaggiano tanto sui social. Bisogna mettere limiti seri all’uso della tecnologia. Possibile che ancora oggi ci siano genitori che lasciano l’uso libero del telefono, anche di notte, a figli di undici o dodici anni? Serve grande attenzione da parte dei genitori. Cellulari e tablet andrebbero banditi dalle scuole perché quando i genitori provano a mettere dei limiti spesso si trovano la scuola che invece impone stupidamente l’uso della tecnologia. E così anziché il fascino dell’Odissea raccontata da un insegnante appassionato ci troviamo un piattume indistinto concentrato sull’attimo presente, senza più il valore della memoria, né la speranza nel futuro.