Una sala piena di persone attente e rapite dai racconti di Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa, che ha accolto e visitato circa 350 mila immigrati, sbarcati nell’isola in circa 28 anni, dopo aver attraversato il Mediterraneo in fuga da fame, violenza, guerre, carestie.Ha catturato il cuore di tutti i presenti, moltissimi dei quali con gli occhi lucidi, hanno partecipato con grande emozione all’incontro.Un incontro di campagna elettorale, visto che Pietro Bartolo ? candidato alla elezioni europee come indipendente di Demos nella lista del Partito Democratico, nel quale erano presenti anche Enzo Salera, il candidato Sindaco della coalizione di centrosinistra, Luigi Maccaro con tutti i candidati della lista Demos per le elezioni amministrative di Cassino e tanti amici e sostenitori. Malgrado l’orario dell’appuntamento e la concomitanza con la giornata di festa per il passaggio del Giro d’Italia, i presenti erano davvero tantissimi.Enzo Salera ha sottolineato la ricchezza che Demos ha portato nella coalizione in termini di contenuti e proposte ma soprattutto ha condiviso la volont? di guidare un’amministrazione capace di non avere pi? cittadini di serie B attraverso un’attenta progettazione delle politiche sociali e di sviluppo.Paolo Ciani ha ringraziato gli attivisti di Demos che a Cassino, come in molte parti d’Italia, stanno portando dentro la politica uno stile, un impegno, una responsabilit? nei confronti delle persone, in particolar modo di quelle pi? fragili: ?Ci dicono – ha detto il coordinatore nazionale di Demos – che noi siamo quelli che si occupano dei problemi delle persone, che non fanno politica. E invece per noi la politica ? proprio questo, non la gestione del potere, ma l’ascolto e la condivisione dei problemi delle persone?.Ascoltare i racconti di Pietro Bartolo non ? facile. Mette alla prova la sensibilit? dei presenti e molti erano i volti rigati dalla commozione.
Ci racconta di una bambina di 9 anni che ha viaggiato da sola per raggiungere la madre in Europa e che durante il viaggio ha subito violenze e umiliazioni. Di una donna chiusa in quei sacchi per i cadaveri ancora viva che ? stata rianimata. Di un’altra morta con il bambino ancora attaccato al cordone ombelicale. Di uomini torturati e di donne violentate. Tenendo con il fiato sospeso la platea per quasi un’ora.?Non venite a Lampedusa ad aiutarci, ce l?abbiamo sempre fatta da soli noi lampedusani. Se non siete medici, se non sapete fare nulla e volete aiutare, andate a raccontare quello che avete sentito qui, fate sapere cosa succede a coloro che dicono che c?? l?invasione. Ma che invasione! E io non mi espongo, perch? non so le cose a modo. Ma una cosa l?ho capita. E cio? che questo ? vergognoso, inumano, vomitevole. E non mi importa assolutamente nulla del perch? sei venuto qui, se sei o no regolare, se scappi dalla guerra o se vieni a cercare fortuna: arrivare cos?, non ? umano. E meriti le nostre cure. Meriti un abbraccio. Meriti rispetto. Come, e forse pi?, di ogni altro uomo?.Gli interventi sono stati intervallati dalla lettura di alcuni brani del secondo libro di Bartolo “Le stelle di Lampedusa”, letti da due studenti universitari.?Bisogna che quest’uomo vada a Bruxelles a raccontare all’Europa intera cosa succede sulle nostre coste – ha affermato Luigi Maccaro – cosa c’? dietro i numeri e dietro le bugie di Salvini, dietro la retorica dell’invasione confezionata ad arte e diffusa sui social network che ha seminato paura e odio fra gli italiani. E’ necessario che persone come Bartolo decidano sempre pi? di mettersi in gioco attraverso la politica per riumanizzarla, per mettere un po’ da parte la gestione del potere e tornare ad occuparsi dei drammi delle persone?.Un incontro riuscito benissimo, uno spazio denso di contenuti veri, vissuti e testimoniati. Insolito per una campagna elettorale, ma questo ? lo stile di Demos.
Mi rivolgo a te che stai leggendo perch? qualcuno ti ha passato questa copia del giornale e perch? forse, in fondo, sei curioso e vuoi capire qualcosa in pi? di quello che ti succede intorno ma soprattutto di quello che ti succede dentro.
Se hai un’et? compresa fra i 12 e i 18 anni, non ? passato tanto tempo da quando eri un bambino, eppure all’improvviso tutto ? diventato profondamente diverso. Provi dei sentimenti nuovi, reagisci in maniera inaspettata, cambi d’umore improvvisamente, gli altri, gli adulti non ti capiscono, soprattutto tu non ti capisci. Il cambiamento mette paura e per non soffrire, per evitare di essere ferito, cominci a mettere su le tue belle maschere. La maschera di quello che la sa pi? lunga degli altri, di quello che se ne fotte delle prediche, di quello che “io non sar? mai come quello sfigato di mio padre”, di quello che “ti faccio vedere io!”.
Cerchi una compagnia di amici che la pensano come te, un gruppo che ti faccia sentire pi? forte: insieme possiamo sfidare il mondo. Come se il mondo stesse l? ad aspettare che tu lo sfidi! Ma la vera sfida ? con te stesso, per vedere se sei all’altezza, se vieni rispettato, se vieni considerato, apprezzato, se sei degno di almeno 100 like. Quando sei col gruppo non ti fa paura niente.
E’ questo il tempo in cui quasi tutti fanno le prime esperienze con il fumo, con l’alcol, con qualche cannetta? cos? per darsi un tono, per sentirsi integrati, per “atteggiarsi“, per trasgredire, per poter dire a te stesso che non sei pi? un ragazzino. Fa male? “Figurati, smetto quando voglio”.
Va bene tutto. Ma se ritieni di non essere pi? un ragazzino allora puoi rispondere a questa domanda: a che progetto di vita stai lavorando? Ho capito che non sei pi? un bambino ma chi o cosa vuoi essere? Sai, la tua identit? non sboccer? all’improvviso come un fiore di buon mattino. Sar? il frutto delle scelte che fai adesso, in questi anni, in questo tempo. Che ti ? stato regalato (non hai nessun merito ad essere in vita, giusto?) e del quale sei responsabile, tu e nessun altro. Non mi dire, per carit?, che c’? la crisi, che la societ? ? cos?, che la famiglia ? cos?, che la scuola ? cos?, che non ci sono le condizioni, perch? – su questo sarai d’accordo con me – sarebbe un parlare da sfigati. Da gente che non ? capace di essere protagonista della propria vita.
Quali priorit? ti stai dando? Quali sono le cose pi? importanti per il tuo bene e per il tuo futuro? Cosa puoi fare adesso, appena finito di leggere questo scritto, per migliorare concretamente la tua vita? Non rimandare perch? questo tempo poi non ti verr? restituito. Insegui i tuoi sogni ma impara a distinguere i sogni dalle illusioni. Preparati, studia, approfondisci, non per trovare un lavoro ma perch? conoscendo il mondo e la storia dell’uomo conoscerai te stesso. Viaggia, anche da squattrinato, non per fare il turista ma perch? incontrando luoghi e persone diversi da te potrai capire meglio come sei fatto. Impara a suonare uno strumento musicale, non per esibirti ma per la compagnia che quello strumento sapr? darti nei momenti di solitudine. Cercati dei lavoretti estivi, per pagarti le vacanze, per capire il valore del sacrificio, della costanza, dell’obbedienza, della stanchezza, della soddisfazione. Leggi qualche libro per immergerti nei mondi dell’immaginazione, della riflessione, delle emozioni, vedrai che la tua testa funzioner? meglio! Fai volontariato: non serve andare in Africa, basta avere qualche attenzione verso un amico in difficolt?. Fai sport, imparerai a misurarti con i tuoi limiti.
Hai ragione, non hai proprio nulla da imparare da chi ti dice che fumare canne fa male, se quella stessa persona non ? capace anche di mostrarti quanto ? affascinante la vita. Bravo, diffida dei predicatori. Ma cerca un modo per essere felice. Cerca un senso, una direzione, un progetto, un cammino. Fai della tua vita un’avventura. E vedrai che all’improvviso diventerai grande e di conseguenza alcol, fumo e canne non avranno pi? nessun significato per te. Credi in te stesso, nelle amicizie profonde, nelle strade impossibili. Non domandarti cosa ti aspetta nel futuro ma rimboccati le maniche e comincia a costruirti il futuro che vuoi. Adesso.