Droga, apriamo gli occhi!

Droga, apriamo gli occhi!

Passata più o meno sotto silenzio anche quest’anno la Giornata mondiale di lotta alla droga. Il 26 giugno il Governo ha presentato i dati della relazione annuale al Parlamento mettendo in evidenza che quattro giovani su dieci tra i 15 e i 19 anni nel 2023 hanno fatto uso almeno una volta di sostanze stupefacenti. E in Provincia di Frosinone che succede? Il rapporto dell’osservatorio epidemiologico segnala che sono oltre 1.800 gli utenti in carico alla ASL. Da non dimenticare le persone, un centinaio circa, accolte dalle tre comunità terapeutiche In dialogo a Trivigliano, Nuovi orizzonti a Piglio e Fondazione Exodus a Cassino dove seguono un programma di riabilitazione residenziale.

Si conferma l’allarme, soprattutto in considerazione del fatto che i numeri ufficiali corrispondono ad almeno un terzo dei numeri veri, fatti dalle tante persone che per tanti motivi non si rivolgono ai servizi del pubblico e del privato sociale. Il boom di cocaina e crack si rispecchia negli episodi sempre più numerosi che negli ultimi anni vedono giovani protagonisti di episodi violenti. In questi giorni siamo impressionati dalla morte del povero Thomas a Pescara ma le “nostre” storie recenti di Alatri, Colleferro, Frosinone hanno tutte a che fare con le droghe che scorrono a fiumi nella nostra provincia.

I dati finalmente mettono in luce anche un altro fenomeno che riguarda sempre più spesso le ragazze: l’utilizzo di psicofarmaci senza prescrizione medica. Fatto che non si può non mettere in relazione con i fenomeni di isolamento sociale e di depressione che investono i nostri ragazzi. E con i suicidi che pure fanno sempre più impressione per la frequenza con cui caratterizzano una gioventù sempre più fragile e disorientata di fronte ai problemi della vita.

Potremmo parlare dell’alcol ma continuare a rincorrere i dati sull’uso di sostanze, da anni, non cambia le cose. Il punto è che abbiamo smesso di investire sull’educazione agli stili di vita sani. Abbiamo smesso di scommettere sulla prevenzione come risposta al disagio. Abbiamo disinvestito su tutte le azioni educative, proprio adesso che, nel post covid, la fragilità dei nostri adolescenti si vede da diversi sintomi: l’aumento dell’isolamento sociale, l’incremento degli atti di autolesionismo e di intenti suicidari. La questione delle sostanze è un effetto, ma non è l’unico: è il sintomo di una condizione di fragilità che è in costante aumento.

Ogni tanto si fanno interventi nelle scuole per parlare dei pericoli delle droghe ma dobbiamo dirci onestamente che è solo può modo per metterci a posto la coscienza: i ragazzi conoscono le sostanze e sono perfettamente consapevoli dei rischi, l’approccio disfunzionale si usava decenni fa, ma oggi sappiamo che non serve.

Droghe, alcool, dipendenze affettive, azzardo hanno tutte la stessa origine: sono modi per cercare la felicità al di fuori di sé. Sotto la dipendenza c’è sempre una sofferenza, un fuoco, su cui non basta mettere il coperchio, bisogna spegnere le fiamme.

Le strategie di lotta alla droga servono per quelli che già ci sono cascati e lottano per uscirne. Per questo abbiamo il lavoro che portano avanti i Ser.D. e le strutture del privato sociale. Anche se servono fondi e personale qualificato. Mancano medici, psichiatri e psicologi mentre le tariffe sono ferme al 2012 mentre in 12 anni il costo di tutto è raddoppiato.

Ma il punto vero è il completo disinteresse di questo Paese per le Politiche giovanili. La qualità del tempo libero che offriamo ai nostri ragazzi è pessima: il muretto, il centro commerciale, il campetto e poi? Quali spazi dedicano le nostre città ai ragazzi? Dove possono incontrarsi in maniera informale? E perché gli spazi di aggregazione di una volta non funzionano più? L’offerta ideale per il tempo libero degli adolescenti e dei ragazzi dovrebbe prevedere non attività già organizzate a cui loro si iscrivono, ma luoghi auto-organizzati. È necessario un progressivo arretramento del mondo adulto per lasciare ai ragazzi spazi da gestire, organizzare e ripensare.

A Cassino ci abbiamo provato con il Consiglio comunale dei giovani e lo stesso avviene a Sora, a Ceccano e in altri centri. Così come abbiamo inventato la “Casa di Willy” nel quartiere San Bartolomeo, sempre a Cassino, uno dei più difficili anche per la presenza di importanti luoghi di spaccio. Dico che abbiamo “inventato” perché non esistono fondi in Italia, né dal Governo, né dalle Regioni che possano essere utilizzati dalle città per aprire centri di aggregazione giovanile.

Una volta le Province erano titolari della responsabilità di attuare il Piano Locale Giovani, lo facevano con i fondi della Regione. Oggi non ci sono più né i fondi, né le competenze. Ciò non toglie però che, con un atto di coraggio e con un po’ di speranza nel futuro, ci si possa mettere intorno ad un tavolo e riaprire il ragionamento. Ai nostri ragazzi lo dobbiamo. Di segnali ce ne stanno mandando parecchi!

    Ne è valsa la pena

    Ne è valsa la pena

    Una cosa è certa: ho ricevuto molto di più di quello che ho dato. E questo è sufficiente per dire che ne è valsa la pena: dalle primarie del 2019 alle comunali di quest’anno ho perso e ho vinto e poi ho perso ancora ma la politica è entusiasmo, voglia di provarci, orgoglio di essersi messi in gioco.
    Soprattutto ne è valsa la pena perché oggi possiamo dire con certezza che la politica non è riservata ai professionisti, perché quando c’è una comunità unita da ideali ed entusiasmo si può affrontare qualunque sfida pur di essere all’altezza dei propri sogni.
    Oggi è il momento della delusione ma la passione per il bene comune continuerà in altre forme, certi che vale sempre la pena di “provare a lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”.
    È stato un privilegio servire la mia città per cinque anni, accompagnando la speranza di chi, fra i più fragili, aveva bisogno di una risposta chiara, concreta e immediata dalle Istituzioni.
    Smaltiremo la delusione e riprenderemo il cammino al servizio del bene comune con ottimismo perché si può perdere un’elezione ma non il buonumore.
    A chi prenderà il mio posto lascio cose fatte con il cuore, progetti nati dall’incontro con le persone, mattoni solidi con i quali abbiamo reso più solida la nostra comunità.
    Ringrazio davvero tutti quelli con cui abbiamo fatto insieme questo pezzo di strada.
    Ma non si arriva se non per ripartire e siccome abbiamo dalla nostra parte l’entusiasmo, il tempo e la libertà continueremo ad occuparci di politica anche perché comunque la politica continuerà ad occuparsi di noi.
    Buona strada al Sindaco Enzo Salera e alla nuova maggioranza affinché portino avanti la rivoluzione che abbiamo iniziato insieme.

      Spazio Inclusione Sociale

      Spazio Inclusione Sociale

      «Possiamo passare dall’accettazione alla relazione, da una logica di inclusione a una logica di cittadinanza».
      Cassino è uno dei 656 Comuni italiani che aderiscono al Sistema di Accoglienza e Integrazione (S.A.I.). Su ottomila Comuni siamo a meno del 10%. Un Sistema molto serio e ben organizzato attraverso la collaborazione tra Enti locali e Terzo Settore. Il nostro partner è da quasi 15 anni la cooperativa sociale Ethica.
      Non si può dire lo stesso per i Centri di Accoglienza Straordinaria (C.A.S.) gestiti come un’emergenza (ancora!?) dalle Prefetture.
      La Regione Lazio, da diversi anni, mette a disposizione dei Comuni alcune risorse finalizzate a sostenere percorsi di integrazione.
      Con questi fondi abbiamo realizzato eventi di formazione per i dipendenti pubblici che devono relazionarsi con cittadini di provenienza straniera, abbiamo aperto uno sportello di orientamento per immigrati, abbiamo promosso alcune borse lavoro per giovani immigrati in una logica di inclusione.
      Tutto questo è oggi il progetto Spazio Inclusione Sociale presso l’Assessorato alla Coesione sociale del Comune di Cassino.
      Migrare non è un viaggio di piacere, spesso è l’unico modo per salvare la vita a se stesso e ai propri figli. Migrare è sempre una sofferenza, un dolore, un distacco profondo dalla terra dove sei nato. A nessuno piace migrare. Si fugge perché si è costretti. Questo non dimentichiamolo mai.
      Per questo è indispensabile incrementare le politiche di inclusione.
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      Tavolo politiche giovanili

      Tavolo politiche giovanili

      «Ai giovani servono occasioni per essere protagonisti, dentro le istituzioni, con le loro idee».
      Lavoro da 30 anni con giovani che hanno fatto grossi sbagli nella loro vita e questo mi ha portato a promuovere decine di progetti di prevenzione nelle scuole e nei luoghi del tempo libero.
      Con la delega alle politiche giovanili c’è stato un cambio di passo: non più cose pensate per i giovani ma cose da pensare insieme ai giovani.
      Così è nato il Tavolo sulle politiche giovanili al quale hanno partecipato studenti universitari, esponenti di associazioni giovanili ma anche ragazzi non associati. Così è nata l’idea del Consiglio comunale dei giovani, l’istituzione di uno sportello di ascolto psicologico per adolescenti, la necessità di un centro di aggregazione giovanile nel quartiere di San Bartolomeo (La Casa di Willy), l’utilizzo della Rocca Janula per promuovere il turismo giovanile grazie ai fondi della Regione Lazio e tante altre iniziative che non solo state mai calate dall’alto ma sempre pensate insieme ai rappresentanti della generazione 15-25 anni.
      Non da ultimo, sul bilancio del Comune, è stato stanziato un fondo di circa diecimila euro, interamente a disposizione del Consiglio dei giovani affinché possa essere utilizzato per promuovere la partecipazione giovanile.
      Non poco, direi. Ma vogliamo continuare a fare molto di più anche nei prossimi 5 anni.
      Sei d’accordo???
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      Movida sicura

      Movida sicura

      «Fare prevenzione promuovendo stili di vita sani nei luoghi del divertimento, anche durante la pandemia».
      Stare in mezzo ai ragazzi è sempre una cosa molto bella. Lo facciamo da vent’anni, con l’unità mobile, nei luoghi di aggregazione giovanile per promuovere stili di vita sani, contro l’uso di droghe e l’abuso di alcol.
      L’estate del 2020 è stata l’estate del covid, quando ogni assembramento diventava una situazione di rischio, la possibilità di un nuovo focolaio. E i weekend in piazza Labriola erano come sempre luoghi a rischio per centinaia e centinaia di giovani e, ovviamente, per le loro famiglie.
      Per questo non abbiamo esitato ad organizzare, in collaborazione con la ASL di Frosinone, una distribuzione massiccia di mascherine e materiale informativo.
      Operatori del Comune, della Asl, del Volontariato hanno garantito la presenza in mezzo ai ragazzi, parlando con loro, facendo raccomandazioni, promuovendo senso di responsabilità.
      Tra le “cose fatte”, tutte quelle legate all’emergenza covid, hanno dimostrato una grande capacità di fare squadra, anche fra le istituzioni, per costruire, insieme, coesione sociale.
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      Ascolto psicologico adolescenti

      Ascolto psicologico adolescenti

      «La salute mentale è una delle frontiere dei prossimi anni. C’è una fragilità diffusa tra i ragazzi che ci colpisce e ci preoccupa».
      C’è qualcosa che, dopo il covid, in modo strisciante, insidioso, viscido, si è rifugiato nei cuori di parte della nuova generazione: è il disagio psicologico. La salute mentale è una delle frontiere dei prossimi anni.
      Con vari progetti in questi anni, sempre in collaborazione con Enti del Terzo Settore, abbiamo assicurato la presenza di uno psicologo in Assessorato disponibile all’ascolto di minori, soprattutto adolescenti.
      In particolare, durante il periodo del Covid, in molti casi le richieste sono state moltissime e l’ascolto è avvenuto anche on line.
      “La nuova generazione è spaventosa. Mi piacerebbe tanto farne parte”, diceva Oscar Wilde. La nuova generazione è fatta di ragazze e ragazzi pieni di talento, fantasia, capacità innovativa. Spaventosa e meravigliosa allo stesso tempo.
      Ma c’è una fragilità diffusa che ci colpisce e ci preoccupa.
      Di recente abbiamo predisposto un nuovo progetto S.M.A.R.T. (Supporto Minori A Rischio e in Tutela) che si rivolge ai più piccoli che vivono in un contesto familiare a rischio esclusione sociale.
      Infine abbiamo chiesto al Sindaco Enzo Salera che nel prossimo aggiornamento del Piano delle Assunzioni del Comune di Cassino, si possa prevedere l’inserimento in pianta organica di uno psicologo e di un educatore in maniera da assicurare il servizio in maniera permanente e strutturate, nell’ambito di una vera e propria equipe multidisciplinare.
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      Registro Terzo Settore

      Registro Terzo Settore

      «Sogno una città che abbia i valori che l’associazionismo esprime ogni giorno. Che si svegli la mattina con la voglia di cambiare il mondo e che non si rassegni alla paura del futuro».
      Il primo Regolamento che ho proposto in Consiglio comunale, approvato all’unanimità come tutti gli altri provvedimenti di questi 5 anni, è stato quello sui rapporti fra l’Amministrazione comunale e il Terzo settore. Un intervento normativo a cui tengo moltissimo per due motivi: uno personale e uno politico.
      Sono cresciuto negli scout e so che il tessuto sociale fatto di associazionismo rende forte la coesione e il senso di comunità. Questo aiuta moltissimo un’Amministrazione che voglia affrontare davvero la questione delle periferie della nostra vita quotidiana: povertà, disabilità, integrazione, dispersione scolastica… è lavorando insieme che possiamo costruire una città che non si rassegno al cinismo e alla paura, che sappia gustare la bellezza del confronto e del dialogo, che sappia anche essere giustamente critica e capace di stimolare e di spronare la classe politica.
      Se dovessi dire cosa mi porto dentro dopo questi 5 anni, è proprio questo: il senso del noi, il senso di comunità, il senso di coesione, il coraggio di costruire legami anziché muri. Questo è il motivo per cui la mia esperienza amministrativa non poteva che partire dal rapporto con il mondo dal quale provengo, il Terzo Settore.
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      Consulta disabili

      Consulta disabili

      Consulta per i diritti delle persone con disabilità
      «La vera sfida è guardare alle persone e non alle loro disabilità »
      Vogliamo una città che sorrida alle differenze anziché guardarle con diffidenza o come un peso. Una città che consideri le fragilità come il punto di vista privilegiato da cui guardare il mondo e la vita. Una città #cassinosenzabarriere
      Il primo impegno che abbiamo preso e abbiamo realizzato è stata la Consulta delle Associazioni per i disabili perché tutte le azioni amministrative possano venire da un confronto con i cittadini che questi problemi li vivono sulla propria pelle. E ringrazio la Presidente della Consulta Maria Cristina Tubaro per la passione con cui sta portando avanti questo impegno.
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      Garante Infanzia

      Garante Infanzia

      I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dovrebbero essere tra le priorità di ognuno, invece sono questioni spesso trascurate. Le sfide sono tantissime, dalla tutela del benessere dei ragazzi ai reati in continua crescita. È importante promuovere ed organizzare iniziative finalizzate al riconoscimento del valore, della dignità e dei diritti dei minori.
      La società ha il compito, se non il dovere, di evitare ogni fenomeno di esclusione sociale: discriminazione per motivi di sesso, religione, appartenenza etnica.
      Una società giusta deve avere a cuore il proprio futuro. L’ascolto, l’educazione e il rispetto dovrebbero essere la base di un percorso da poter intraprendere insieme ai minori (e non solo).
      I sogni che riempiono i bagagli di tutti i ragazzi che fuggono dalle guerre e dalla povertà, non dovrebbero restare sogni. Il dovere della società è quello di accogliere ed includere tutti i ragazzi affinché il loro futuro sia migliore di quello che hanno lasciato alle spalle.