Serve più welfare, non più carcere.

Serve più welfare, non più carcere.

Dopo il Decreto “Cutro” arriva il Decreto “Caivano” con le “misure urgenti per il contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile”.

Il Governo mostra il pugno duro verso gli adolescenti che delinquono e verso le famiglie che non li mandano a scuola. Diciamo che un po’ di ragazzi nella mia vita li ho incontrati e ho conosciuto molte situazioni di degrado, povertà, brutalità, illegalità diffusa, abbandono della scuola, assenza delle istituzioni. In tante periferie del nostro Paese è così e spesso l’unica presenza significativa è quella di parroci, educatori di strada, cittadini di buona volontà, insegnanti e assistenti sociali.

Le storie delle persone che ho incontrato mi portano a credere che la paura delle pene più aspre non ha mai fermato nessuno. Anche perché poi siamo bravi a fare le regole, un po’ meno a farle rispettare.

A quelli che ragionano con la pancia viene facile dire che ci vogliono punizioni più dure ma la radice dei problemi resta esattamente dov’è. 

E il problema è tutto sociale: quartieri degradati, case fatiscenti, famiglie povere, offerta culturale pressoché inesistente, mancanza di mezzi pubblici.

Per affrontare il disagio minorile ci vuole la scuola, l’oratorio, i centri sportivi, le associazioni culturali, i servizi sociali ed educativi, le imprese socialmente responsabili.

Mi viene da sorridere quando leggo che verranno punite le famiglie che non mandano i figli a scuola! Molti di quei genitori stanno già scontando pene per spaccio, rapina e compagnia bella. I ragazzi che vengono puniti, anche col carcere, a cui non si fa una proposta alternativa, si incattiviscono ancora di più.

Serve più welfare non più carcere. Servono politiche sociali, educative, culturali per colmare le disuguaglianze che fanno delle nostre periferie riserve di emarginazione e di povertà.

Se vuoi ricevere automaticamente sulla tua email ogni nuovo articolo pubblicato sul mio blog, inserisci qui sotto il tuo indirizzo di posta elettronica.

Alla Camera con Paolo Ciani

Alla Camera con Paolo Ciani

La delegazione di Demos – Democrazia Solidale della provincia di Frosinone alla Camera dei Deputati con l’on.le Paolo Ciani. L’ingresso di Barletta e Cerqua. Il protagonismo del gruppo giovani.

Il coordinamento provinciale di Frosinone di Demos – Democrazia Solidale, è stato ricevuto ieri a Roma, presso la Camera dei Deputati, dal segretario nazionale on.le Paolo Ciani.

«Vi ringrazio molto per il lavoro che state svolgendo – ha detto in apertura il segretario nazionale – e la crescita di Demos in quel territorio è il segno che state lavorando bene. Credo che abbiamo davanti la sfida importante del rilancio di una Provincia che sta soffrendo troppo e da troppo tempo. E questa sfida dobbiamo affrontarla insieme. Penso ai segnali di impoverimento della realtà industriale di quel territorio e spero che le Istituzioni regionali e nazionali sapranno dare segnali concreti di sostegno alle Imprese. Così come penso – ha continuato Ciani – ad una Sanità provinciale che vive in uno stato d’emergenza continua, dove i reparti continuano a chiudere per la cronica mancanza di personale e dove i cittadini subiscono una continua contrazione di servizi. E gli effetti sono più pesanti ovviamente sulle fasce più deboli della popolazione che non ha la possibilità di rivolgersi alla sanità privata, peraltro sempre più diffusa. Mi sento molto legato al vostro territorio e metterò il mio impegno in questa sfida comune».

Una delegazione composta da 30 persone che hanno rinnovato l’impegno a promuovere nella Provincia di Frosinone una politica non autoreferenziale ma centrata sulla vita reale delle persone, una politica capace di avere come orizzonte la costruzione di una società coesa, solidale, attenta alle fragilità, inclusiva, in armonia con l’ambiente e attente alla dignità dei lavoratori.

«In questi primi 4 anni abbiamo affrontato alcune tornate elettorali eleggendo amministratori in diversi Comuni della Provincia e dimostrando che vogliamo fare politica, occupandoci dei bisogni concreti delle persone e coinvolgendo, dal basso, cittadini e associazioni interessati al bene comune» ha affermato Luigi Maccaro, coordinatore provinciale di Demos oltre che Assessore alle politiche sociali del Comune di Cassino. «Vogliamo essere un’alternativa – ha continuato – alla politica urlata e allarmista sempre alla ricerca di contrapposizioni».

Una giornata di lavoro, di verifica e di programmazione che ha visto sul tavolo temi riguardanti l’organizzazione interna del partito, il tesseramento, i prossimi appuntamenti elettorali amministrativi ma è stata anche l’occasione per accogliere ufficialmente l’adesione di nuovi amministratori come il Sindaco di Supino, Gianfranco Barletta e la Consigliera comunale di Sora Manuela Cerqua.

«Ho scelto Demos – ha dichiarato Manuela Cerqua – perché in questo partito ho ritrovato quei principi che mi hanno spinto ad avvicinarmi alla politica, gli ideali e i valori sui quali ho improntato la mia azione politico-amministrativa, che ha come principali obiettivi la persona e il bene comune. Da oggi, intendo lavorare insieme a questo gruppo, con serietà e rinnovato entusiasmo, sulle criticità che investono più da vicino il nostro territorio, partendo dalle grandi battaglie che sta portando avanti l’on. Ciani sui temi delle periferie, dei disagi giovanili e delle azioni da mettere in campo contro le droghe, della sicurezza stradale, della pace, della giustizia sociale e dell’ambiente».

Così anche il Sindaco Barletta per il quale «entrare in Demos significa far parte di una squadra 

coesa e con la quale desidero tornare a fare la politica che parla con le persone lavorando tutti insieme per il bene del territorio cosa che purtroppo altri partiti hanno perso di vista. Da Sindaco – ha aggiunto Barletta – sento ogni giorno la responsabilità delle Istituzioni che devono trovare soluzioni ai bisogni delle persone, soprattutto le più fragili».

Un percorso, quello di Demos, cominciato da poco ma che in poco tempo si è diffuso in tutte le regioni italiane cercando di colmare quella distanza enorme che si è creata fra cittadini e politica, testimoniata dalle percentuali di astensionismo che ad ogni elezione diventa sempre più importante. Un percorso che ha coinvolto molti cittadini, amministratori, associazioni riuniti in una rete decisa a promuovere una riforma della società improntata all’inclusione sociale, alla sostenibilità ambientale, al protagonismo delle nuove generazioni e alla dignità del lavoro.

«Un percorso – ha aggiunto Manuela Maliziola, coordinatrice di Demos a Ceccano, Comune di cui è stata Sindaco negli anni scorsi – che nei prossimi mesi torneremo a presentare nei Comuni della nostra provincia organizzando incontri e momenti di confronto che ci accompagneranno fino alle amministrative del 2024».

Apprezzatissimo anche l’intervento del gruppo giovani “Spazio Z” che si è espresso attraverso la voce di Francesca Papa, studentessa universitaria che ha detto «noi non siamo i cittadini di domani come spesso ci chiamano, noi vogliamo essere interlocutori della politica già oggi, perché vogliamo capire e costruire insieme le risposte ai nostri bisogni e vogliamo essere pronti quando un domani avremo ruoli di responsabilità dentro alle Istituzioni».

L’impegno di Demos – Democrazia solidale in Provincia di Frosinone prosegue grazie anche al coinvolgimento di nuovi amministratori che vedono in questa forza politica un’esperienza di forte attenzione alle persone. Tra i presenti le delegazioni di Frosinone, guidata da Maria Grazia Baldanzi con l’ex Sindaco di Frosinone Michele Marini, quella di Ferentino guidata da Antonella Liberatori, quella di Ceccano guidata da Manuela Maliziola, quella di Cassino con i consiglieri comunali Umbaldo e Galasso, di Sora con Cerqua e di Supino con il Sindaco Barletta e sono giunti i saluti e il contributo dei gruppi di Alatri con Bruno Pietrobono e di Villa Latina con la consigliera Silvia Tusei.

Frosinone, 6 settembre 2023

Infinito spazio nel cuore

Infinito spazio nel cuore

Non siamo noi che “salviamo” i bambini che hanno necessità di un ambiente familiare aggiuntivo a quello di origine. Sono loro, sono quei bambini, che salvano noi. Ci salvano come società, come istituzioni, come mondo degli adulti. Ci danno la possibilità di cogliere l’occasione per restituire dignità al nostro ruolo di adulti, genitori, amministratori. Perché una società, come è quella italiana, che ha mezzo milione di minori in carico ai servizi sociali, forse un po’ in discussione dovrebbe mettersi.

Devo dire che da Assessore alle politiche sociali non mi mancano motivi di orgoglio per i risultati raggiunti in questi primi anni di promozione dell’istituto dell’affido familiare. Risultati raggiunti prima grazie agli assistenti sociali dell’area minori guidati dalla dott.ssa Silvia Crolla.

Poi grazie al Consorzio dei Servizi sociali che, grazie alla sensibilità e alla disponibilità del suo presidente, Simone Costanzo, del suo direttore, Emilio Tartaglia ma soprattutto della dott.ssa Federica de Santis che è la coordinatrice dell’area Sociale, ha sposato l’idea, rilanciando, attraverso l’istituzione del Centro Consortile per l’Affido Familiare che è ospitato a Cassino in uno dei locali confiscato alla criminalità organizzata. In maniera molto significativa questi spazi sono stati recuperati alla cultura e alla promozione sociale.

Ma l’obiettivo che avevamo in testa già 3 anni fa, la cosa che secondo me garantisce nel tempo la continuità di questa iniziativa, della promozione dell’affido familiare, a prescindere dall’impegno istituzionale che potrebbe essere discontinuo, la garanzia ce la può dare solamente l’amore e la passione delle famiglie affidatarie che quest’anno si sono riunite in questa associazione che – lasciatevelo dire – ha un nome un po’ articolato… “In punta di piedi, a braccia aperte” ma che restituisce chiaramente lo stile di queste famiglie, uno stile improntato alla straordinaria capacità di accoglienza e all’umiltà di chi si mette al servizio degli altri!!! 

Oggi promuovere l’affido familiare è un dovere istituzionale ed è una risposta ad un bisogno di accoglienza di cui forse non ci rendiamo veramente conto: in Italia sono oltre 400 mila i minori seguiti dai servizi sociali. E noi sappiamo bene, gli assistenti sociali meglio di me, quanto è importante per un bambino crescere in un ambiente in cui possa sentirsi amato. E’ l’unico modo che ha il bambino per darsi valore come persona. E il modo migliore per rispondere a questo bisogno è esattamente quello dell’affido familiare. Per cui voglio ringraziare – e non lo faremo mai abbastanza – le famiglie affidatarie che sono qui stasera.

E speriamo che aumentino sempre di più, per questo è necessario incrementare la realizzazione di eventi, facilitare anche la diffusione delle diverse forme di solidarietà familiare: non solo residenziale ma anche più leggero ad esempio diurno se il bambino rimane nella famiglia di origine. Il tema della prossimità solidale può essere ampiamente declinato. Perché, è giusto ripeterlo, e sta proprio qui la straordinarietà del gesto d’amore delle famiglie affidatarie, l’affido familiare non è l’anticamera dell’adozione ma ha come obiettivo garantire al minore l’affetto familiare che manca nella famiglia d’origine. E bisogna lavorare insieme affinché quelle condizioni affettive possano essere ripristinate nella famiglia d’origine, anche se sappiamo che in diversi casi questo può essere difficilissimo.

E quindi entra in gioco il tema della RESPONSABILITA’ CONDIVISA che abbiamo insieme, istituzioni e associazioni delle famiglie affidare nella promozione di questo istituto. 

Una condivisione che può portarci a cogliere, ripeto, anche il ventaglio di possibilità che questo istituto offre, anche tentando delle innovazioni proprio per tenere al centro la persona invece che le normative. Penso al sostegno scolastico pomeridiano, all’affidamento diurno, penso all’appoggio che le famiglie potrebbero dare anche a minori collocati in casa famiglia, penso agli spazi di socializzazione che potrebbero favorire l’amicizia tra famiglie fragili e famiglie (tra virgolette) normali. Oggi si vanno diffondendo ad esempio esperienze di affido culturale. Sono comunque forme intermedie che richiamano tutte la cultura della solidarietà familiare che dobbiamo diffondere.

Ma io dico che le soluzioni organizzative non bastano, non cambiano veramente la realtà. E’ l’apertura del cuore che cambia la vita delle persone e noi come Istituzioni ci siamo messi a disposizione di chi, come voi, quel cuore ha avuto il coraggio di aprirlo, diventando testimonianza di una scelta di vita. E oggi dobbiamo fare in modo che sempre più persone, sempre più famiglie abbiano la possibilità di incontrare questa esperienza. Perché ci sono incontri che ti cambiano la vita, lo sappiamo. Per questo non possiamo smettere di raccontare la bellezza di questa esperienza.

Continuiamo a mobilitarci coinvolgendo istituzioni, associazioni del terzo settore, operatori dei servizi pubblici, amministratori, affinché nuove alleanze e nuove strategie possano maturare e facciano registrare un passo avanti nella capacità della nostra società di proteggere chi è nel disagio, specie se minorenne e privo di adeguati supporti familiari.

Grazie a voi per la ricchezza che donate alla comunità di questo territorio.

Se vuoi ricevere automaticamente sulla tua email ogni nuovo articolo pubblicato sul mio blog, inserisci qui sotto il tuo indirizzo di posta elettronica.

Maccaro ricuce lo strappo della Foresta

Maccaro ricuce lo strappo della Foresta

Alessioporcu.it, intervista di Alberto Simone | “Le ammucchiate? A me non piacciono, ma, soprattutto, non piacciono agli elettori”. Luigi Maccaro, direttamente da Milano, dove si trova per impegni di lavoro, così commenta il pranzo a Cervaro, in località Foresta, che lo ha visto suo malgrado protagonista. A quel tavolo, infatti, la presidente del Consiglio Barbara Di Rollo ha palesato la possibilità di candidare l’assessore alle politiche sociali Luigi Maccaro per creare un’alternativa all’amministrazione Salera.

Assessore Maccaro, allora abbandona Salera e si candida alle primarie con Barbara Di Rollo ed i consiglieri di opposizione?

“Non mi risulta”.

Dica la verità: sapeva che Barbara DI Rollo avrebbe fatto il suo nome a quel pranzo?

“Assolutamente no, anche perché certe cose non si decidono da soli. Quando si sta in un partito si rispettano le regole di una comunità, ci si confronta, si consultano i livelli superiori, si decide insieme. Demos sta nella coalizione di centrosinistra a livello locale, regionale e nazionale. Non c’è nessuna preclusione a scelte diverse ma bisogna parlarne”.

Quindi state comunque pensando ad un’alternativa anche voi di Demos, così come la Di Rollo?

“Noi siamo abituati a fare le cose con serietà: qualora Demos decida di uscire dalla coalizione che sostiene il Sindaco Salera, la notizia non la danno i giornali, la da Demos, prima al Sindaco e poi alla stampa”. 

Cambia la forma, ma non la sostanza. Siete comunque a un passo dall’addio…

“Non ho detto questo. Non posso nascondere che con Salera abbiamo avuto diversi momenti di attrito, neanche tutti risolti se vogliamo dirla tutta, ed è probabile che ce ne saranno ancora. Ma questo non significa che si debba rompere definitivamente. Ci si confronta, ci si scontra, ma in maniera aperta e leale”.

E allora il suo nome come leader anti Salera com’è spuntato fuori?

“Questo va chiesto a chi l’ha fatto, io potrei rispondere che in qualità di candidato alle primarie ho già dato nel 2019”.

All’epoca con una chiara coalizione di centrosinistra, adesso anche con il centrodestra, sarebbe uno schema diverso

“Guardi, le ammucchiate non mi convincono e non hanno mai convinto gli elettori. Se ci fosse un’alternativa possibile alla coalizione che sostiene oggi il Sindaco Salera dovrebbe essere rappresentata da un progetto e da personalità molto autorevoli, frutto di un percorso di confronto e di condivisione molto serio. Di pranzi tra amici in agosto se ne fanno tanti ma sono un’altra cosa. Si sta insieme su un’idea comune, su un sogno condiviso non contro un nemico comune che poi diventa un incubo. Anche perché poi, se riesci a sconfiggerlo, non ha più un motivo per stare insieme”.

Quindi ci sta dicendo che non solo non sarà il candidato sindaco, ma non le piace neanche ciò che sta facendo la presidente del Consiglio Barbara Di Rollo?

“Non dico questo. Al contrario, anzi, io non giudico chi dovesse fare scelte differenti: è possibile che si maturi una certa amarezza rispetto al progetto in cui si è creduto e di conseguenza si possa scegliere di fare le valigie e cercare fortuna altrove. Come tutte le persone capaci di scegliere, chi fa questo passo merita rispetto. Io credo che il nostro compito sia quello di rinforzare il nostro campo e stare insieme costruendo una coalizione capace di dare speranza ai cittadini. Ma per fare questo non bisogna avere paura di lavorare insieme, anche insieme a chi ha idee diverse dalle nostre, anche perché abbiamo visto cosa è capace di fare la destra al governo”.

Si spieghi meglio.

“Le amministrazioni di centrodestra a Cassino sono state tutte disastrose, lo sa bene anche chi ha la memoria corta. Questo non vuol dire che quelle di centrosinistra siano state perfette. Ma questo rimane il campo in cui riteniamo di poter esprimere il nostro impegno al servizio della città. Sicuramente ci sono scelte del Sindaco che non ho condiviso, decisioni che avrei preso diversamente fossi stato al suo posto, comportamenti che attengono alla sua personalità che è diversa dalla mia ma per fortuna non siamo tutti uguali”.

Le frizioni tra voi, in effetti, non sono mancate. Al punto che lei aveva anche rassegnato le dimissioni, forse per questo è venuto naturale il suo nome come candidato anti Salera?

Le cronache dei giornali hanno registrato che siamo stati su fronti diversi sia alle elezioni provinciali che a quelle regionali, nel primo caso abbiamo avuto ragione noi, nel secondo caso abbiamo perso entrambi. Bisogna saper essere avversari senza diventare nemici. Per me questa è una cosa importantissima anche, per esempio, nei confronti della minoranza in consiglio comunale dove ci sono state e ci sono persone che stimo e che ritengo amiche. La politica non dovrebbe dividere le persone e per noi cattolici perseguire l’unità è una responsabilità sempre presente”.

A proposito di cattolici, una cosa appare certa: Demos anche nel 2024 sarà presente alle elezioni comunali. Il progetto che nel 2019 era agli esordi appare ormai decollato. E’ soddisfatto?

“Certo che ci sarà la nostra lista, non nascondo l’orgoglio e la soddisfazione. Demos è nato per ribaltare un concetto molto in voga negli ambienti dai quali proviene la maggior parte di noi dove ci è stato sempre detto che l’impegno nel volontariato e nell’associazionismo è bello e gratificante. Fare politica no, perché è rischioso, perché poi “alla fine diventi come loro” ci dicevano. E io invece penso che in questi anni siamo rimasti quelli che eravamo. Continuiamo a pensare che la politica sia un servizio e non un modo per fare carriera. Vogliamo ridare respiro e credibilità all’impegno politico che oggi, nella testa di troppe persone, è considerato una specie di agenzia di collocamento”.

L’Emporio solidale occasione di riscatto

L’Emporio solidale occasione di riscatto

Ciociaria Oggi, intervista di Lorenzo Vita | 

Assessore Maccaro: un progetto che permette di recuperare gli sprechi a vantaggio di chi si trova in difficoltà…

Per tante, troppe famiglie, questo continua ad essere un tempo molto difficile. All’emergenza alimentare si è aggiunto il caro bollette e l’aumento generalizzato di tutto ciò che serve ad una famiglia per vivere dignitosamente. Soprattutto laddove ci sono figli minori la situazione è spesso insostenibile. L’Emporio Solidale dunque non è solamente un luogo di distribuzione alimentare ma vuole essere un punto di riferimento per tutte queste famiglie in difficoltà, un seme di speranza affinché nessuno perda fiducia in un futuro migliore. Intanto finalmente superiamo la logica del pacco viveri perché le persone potranno scegliere i prodotti di cui hanno bisogno e poi particolare attenzione sarà riservata alle mamme con bambini piccoli.

Come sarà gestito e chi potrà accedervi?

Partiamo da una base di circa 250 famiglie che da alcuni anni assistiamo regolarmente grazie agli approvvigionamenti della Fondazione Banco Alimentare che ogni mese, da febbraio 2020, ci scarica circa tre tonnellate di prodotti alimentari. Sugli scaffali saranno esposti prodotti etichettati con un valore espresso in punti; ogni famiglia, a cui viene riconosciuto l’accesso, avrà una tessera con un punteggio massimo di punti mensili; la famiglia potrà fare la “spesa”, prendendo dagli scaffali i prodotti di cui necessita, per un totale massimo dei punti disponibili. La gestione è affidata alla Cooperativa sociale Arca, che gestisce anche il Centro diurno Arcobaleno di Caira: per questo saranno coinvolti alcuni giovani con disabilità nel ruolo di magazzinieri e addetti alla distribuzione. Penso che questa particolarità rende il nostro Emporio un’esperienza abbastanza unica in Italia. Persone fragili che si mettono al servizio di persone con altrettante fragilità nell’ambito di un percorso di inserimento sociolavorativo. Un bella scommessa!

Oltre al sostegno materiale, l’Emporio offrirà anche altri servizi?

Spero che l’Emporio Solidale possa raccogliere l’eredità di “Cassino Risponde”, il progetto avviato in Assessorato durante il lockdown. Che possa diventare cioè punto di riferimento per molti volontari ma anche per cittadini e imprese che vogliano donare prodotti non solo alimentari. Un motore “solidale” capace di mettere in moto tante iniziative sul piano dell’ascolto, dell’accompagnamento, del reinserimento sociale e della cultura della condivisione. Quella cultura che costruisce comunità, che veicola valori di solidarietà umana verso che è meno fortunato. Non è buonismo fine a se stesso, è la base del vivere civile ed è la base del progresso della nostra città. Sull’egoismo non si costruisce niente, sulla condivisione possiamo cambiare profondamente la realtà. Vogliamo una città bella fuori grazie ai tanti interventi di restyling urbano e bella “dentro” grazie alla cultura della solidarietà.

È in crescita il numero della famiglia in difficoltà nella nostra città?

Si. Ovviamente più sono le opportunità che vengono messe a disposizione, più aumenta la domanda di servizi. Sono preoccupato per la progressiva riduzione della misura del reddito di cittadinanza che certamente avrà conseguenze negative sulla platea degli assistiti. Per questo ritengo che l’apertura dell’Emporio sia un segnale di ottimismo perché non vogliamo avere paura del futuro ma dobbiamo prepararci ad affrontarlo con responsabilità e competenza. Per questo ci tengo molto a ringraziare la Banca Popolare del Cassinate che ha messo a disposizione gratuitamente il locale per un progetto di cui cominciammo a parlare con il compianto Presidente Donato Formisano a cui l’Emporio è intitolato.

Quali sono gli altri progetti in cantiere promossi dall’Assessorato?

Un progetto a cui teniamo moltissimo riguarda la promozione dell’affido familiare. Abbiamo cominciato con i corsi di formazione, poi abbiamo fatto i primi affidi, da poco si è costituita l’associazione delle famiglie affidatarie, circa una trentina, infine l’apertura del Centro per la Famiglia presso uno dei locali confiscati alla criminalità organizzata, realizzato in collaborazione con il Consorzio per i Servizi Sociali. Di recente sono stato invitato ad una festa organizzata dalle famiglie per l’affido di una bambina di 4 anni, un’emozione indescrivibile. Poi spero che possa vedere presto la luce anche il centro di aggregazione giovanile “La casa di Willy” nel quartiere San Bartolomeo, per cui abbiamo chiesto un finanziamento alla Regione Lazio. Cose semplici ma, credo, di grande valore per le tante fragilità sociali che attraversano la nostra comunità.

Rassegna stampa

Un Garante regionale per le disabilità

Un Garante regionale per le disabilità

Maccaro: «Sui diritti delle persone con disabilità serve un Garante»

La proposta è emersa durante l’incontro organizzato da Demos – Democrazia Solidale nella giornata di sabato ad Alatri, nella sede di una cooperativa sociale che si occupa anche di inclusione sociale di persone con disabilità.

«Se sarò eletto al Consiglio regionale – ha affermato Luigi Maccaro durante il suo intervento – la prima proposta di legge regionale riguarderà l’istituzione della figura del Garante per i diritti delle persone con disabilità. Lo dico soprattutto pensando al diritto al lavoro dal quale queste persone sono sostanzialmente escluse».

Secondo la CISL, nel Lazio ci sono almeno 15 mila posti di lavoro che dovrebbero essere destinati alle persone con disabilità e che risultano invece scoperti. Queste persone rimangono troppo spesso fuori dal mercato del lavoro, proprio quel lavoro che potrebbe invece rappresentare il principale strumento del loro riscatto e della loro dignità.

«Bisogna ripensare completamente il collocamento mirato – ha proseguito Maccaro – creando, in seno ai centri per l’impiego, delle commissioni miste con la presenza dei sindacati e delle aziende. Dove si possano condividere anche le tante buone prassi, spesso appartenenti al mondo della cooperazione sociale, per sostenere la buona occupazione e il lavoro qualificato nel rispetto delle abilità individuali».

A Cassino, l’Assessorato alla Coesione sociale, guidato da Luigi Maccaro, ha organizzato subito, all’inizio del mandato, il servizio di taxi sociale, poi è stata promossa la nascita della Consulta delle associazioni per i diritti delle persone con disabilità, presieduta dalla dottoressa Maria Cristina Tubaro ed è imminente l’inaugurazione dell’Emporio solidale il cui magazzino sarà gestito dagli utenti del Centro diurno “Arcobaleno” nell’ambito di un progetto di inclusione sociale delle persone con disabilità.

«È evidente – ha concluso Maccaro – che siamo ancora troppo lontani dalla effettiva tutela del diritto alla piena integrazione sociale delle persone con disabilità ed è necessario promuovere azioni straordinarie di contrasto ai fenomeni di discriminazione. Per questo è necessaria un’autorità di garanzia indipendente ed autonoma della Regione Lazio che vada a supporto delle persone con disabilità, promuovendo anche campagne di sensibilizzazione e di informazione sui temi dei diritti, delle garanzie e delle opportunità di queste persone».

Chiedere la Pace, sempre.

Chiedere la Pace, sempre.

«Il 24 febbraio manifestiamo a Cassino per la Pace in Europa» La proposta di Luigi Maccaro, ad un anno esatto dall’invasione russa dell’Ucraina

Nella campagna elettorale di Demos il primo spazio dedicato ad un approfondimento di drammatica attualità ha preso le mosse dalla presentazione del libro di Mario Giro, Presidente nazionale di Democrazia Solidale, che si è tenuta ieri a Cassino.

“Trame di guerra e intrecci di pace”, di fronte al Risiko fatto di diplomazia e leggi di mercato, è un libro che guarda ai cataclismi politici, economici e sociali nel mondo, provocati prima dalla pandemia poi dai conflitti. Il quadro che ne emerge è che il mondo Occidentale sia del tutto impreparato a far fronte alle emergenze dettate dalla pandemia e dalle guerre mentre il Sud del mondo è destinato come sempre a pagarne le conseguenze. Anche se il prezzo della guerra, come sta accadendo in Ucraina, non risparmia né gli aggrediti né gli aggressori.

Dopo l’introduzione del consigliere Bruno Galasso ed il saluto della Vice Presidente del Consiglio comunale di Cassino, Alessandra Umbaldo, è toccato a Luca Riccardi, Professore di Storia delle relazioni internazionali dell’Università di Cassino, intervistare l’autore del libro, Mario Giro, già viceministro degli Esteri, dal 2013 al 2018.

«L’invasione dell’Ucraina – ha detto Mario Giro – riporta la guerra nel cuore dell’Europa e rappresenta una decisione politica folle: non c’è stata provocazione armata e conseguentemente si tratta di un’aggressione senza giustificazioni dal punto di vista politico. Com’è già accaduto con le guerre del Golfo e in Medio Oriente, o nel conflitto afghano o durante le guerre dell’ex Jugoslavia, è facile constatare che il conflitto armato non risolve i contrasti o le crisi internazionali, anzi li peggiora. La guerra deturpa l’anima dei popoli che la fanno o la subiscono, anche di quelli che si difendono. L’esperienza insegna che i Paesi che vi sono trascinati ne escono deteriorati, inaspriti, regrediti, degenerati. Kant lo diceva in modo semplice: la guerra elimina meno malvagi di quanti ne crea».

In chiusura Luigi Maccaro, Assessore alla Coesione sociale del Comune di Cassino, è intervenuto sui temi della pace e della mancanza di efficacia della diplomazia internazionale: «Siamo orgogliosi – ha detto – che il nostro segretario nazionale, Paolo Ciani, abbia votato alla Camera dei Deputati, contro l’ulteriore invio di armi all’Ucraina in mancanza di una azione diplomatica seria, efficace, incessante, capace di coinvolgere anche altri Paesi che possano avere influenza sulla Russia».

Maccaro, che con Exodus organizza dal 1994 il meeting Mille giovani per la pace, ha concluso il suo intervento con la proposta di promuovere una manifestazione per la Pace da tenersi venerdì 24 febbraio, ad un anno esatto dall’invasione russa dell’Ucraina: «Vogliamo esprimere solidarietà – ha detto – ai nostri oltre 200 concittadini di origine ucraina che vivono a Cassino e alle oltre 150 persone accolte nella nostra città in fuga dalla guerra. Vogliamo gridare che è urgente che i responsabili della politica internazionale facciano ogni sforzo possibile e impossibile per fermare i combattimenti e ricostruire le condizioni della pace. La sola considerazione dell’opzione atomica ci fa orrore. Per questo – conclude – non possiamo stancarci di chiedere la Pace».

A braccia aperte

A braccia aperte

La forza del sogno non sta nella grandiosità della cosa che si sogna ma nella capacità di scatenare una energia e una motivazione eccezionali. 

E un fuoco 🔥 non si accende se non c’è una scintilla 💖. 

Tre anni fa abbiamo iniziato un percorso sulla promozione dell’affido familiare mostrando una possibilità attraverso numerosi incontri di formazione animati da professionisti che si spendono quotidianamente per il benessere delle persone. Al di là degli orari e delle scrivanie.

I semi continuano a fiorire 🌷, i minori affidati sono numerosi e le esperienze tutte positive. 

Oggi si realizza un altro sogno: nasce l’associazione delle famiglie affidatarie! 

Un’esperienza che saprà generare una nuova cultura sociale e modelli di vita nuovi e creativi. 

Famiglie che le Istituzioni devono ringraziare e sostenere. 

Quando scelsi la denominazione “Assessorato alla Coesione sociale” intendevo proprio questo! Le istituzioni da sole non riescono a cambiare la società. Devono fare squadra con le famiglie, le associazioni e le imprese. Una comunità “coesa” può cambiare veramente il destino di tante persone. E noi abbiamo scelto di cominciare da quello dei minori. 

E, a proposito di imprese, voglio ricordare che la prima (e unica!) campagna di comunicazione sull’affido familiare fu realizzata grazie al contributo della Banca Popolare del Cassinate. 

Allora, Buona Strada! agli amici che si mettono in gioco sempre per “lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”. 

Nuovi fondi per il contributo affitti

Nuovi fondi per il contributo affitti

Dalla Regione nuovi fondi per il contributo affitti 2023

Maccaro: «Presto il bando. Un lavoro di squadra per rispondere ai bisogni dei cittadini».

Il ringraziamento al personale dell’Assessorato per la presa in carico integrale dei cittadini più fragili 

Oltre 230 mila euro per sostenere le famiglie in difficoltà con il pagamento dell’affitto. A tanto ammonta lo stanziamento assegnato dalla Regione Lazio al Comune di Cassino per il 2023. 

Ne da notizia l’Assessore alla Coesione sociale, Luigi Maccaro, che precisa: 

«Nel 2022 abbiamo distribuito 212 mila euro a 428 nuclei familiari. Quest’anno c’è stato un aumento del fondo disponibile che testimonia l’impegno per aiutare i nostri concittadini ad affrontare la crisi economica e i rincari delle bollette».

Nei prossimi giorni si provvederà, come di consueto, a pubblicare il bando per assegnare i contributi alle persone che, in base all’ISEE, ne avranno diritto.

«Vorrei sottolineare – prosegue Maccaro – che tutte le iniziative di sostegno materiale alle famiglie della nostra città concorrono a rafforzare quella che è una presa in carico integrale dei nostri cittadini più fragili. Persone che sono seguite dagli assistenti sociali in maniera complessiva dal punto di vista sociale, morale, psicologico ed anche materiale.

Ma il problema che emerge in maniera sempre più forte in questi ultimi tempi è senza dubbio la solitudine. Le famiglie, anche con problemi, che hanno una buona rete parentale o amicale, riescono, in qualche modo a rispondere meglio ai propri bisogni. Chi è solo ha ancora più necessità di aiuto e al tempo stesso fa più fatica a chiedere aiuto».

«Desidero ringraziare l’ufficio amministrativo del mio Assessorato – conclude Maccaro – che lavora senza risparmiarsi nell’analisi delle centinaia di domande che ogni volta arrivano ai nostri uffici. Vogliamo rispondere in tempi brevi ma troppo spesso le domande sono incomplete e carenti della documentazione richiesta. Per questo sono a disposizione i Volontari del Servizio Civile che possono aiutare i cittadini a valutare la completezza della domanda prima che questa venga presentata formalmente».