L’adolescenza non è una malattia ma dobbiamo occuparcene insieme

L’INCHIESTA QUOTIDIANO, 29 GENNAIO 2020 –

Dopo 30 anni di lavoro con i giovani difficili nella citt? di Cassino, qual ? il polso della situazione? Quali sono gli elementi di maggiore importanza nell?universo giovanile del nostro territorio?

Il dato pi? importante ? che noi questi ragazzi non li conosciamo affatto. Dobbiamo accettare il fatto che i tempi cambiano e dobbiamo smetterla di cercare di incastrare gli adolescenti nei nostri modelli di comportamento ideale. La verit? ? che l?unico modo di essere adolescenti in maniera sana ? quella di andare ?contro?: il conflitto ? la normalit? dell?adolescenza. E? il tempo delle grandi trasformazioni interiori ed esteriori di fronte al quale i ragazzi vorrebbero che il mondo fosse diverso, in sintonia con loro stessi. Ma questo ? impossibile, perci? ? naturale che siano ?contro?. Per questo con il progetto Selfie vogliamo chiedere ai ragazzi di scattarsi una fotografia che ci racconti i loro bisogni, i loro desideri, le loro sofferenze, il loro potenziale.

Essere ?contro? pu? essere naturale ma pu? anche sfociare nella trasgressione, nella devianza, nelle dipendenze. Cosa devono fare gli adulti in questi casi?

Viviamo nella societ? dell?insicurezza e della paura che nella vita degli adolescenti ? moltiplicata. Prima che i ragazzi facciano sciocchezze grosse bisogna saper essere presenti, in maniera educativa, sin dall?infanzia, in modo da confermare la robustezza dei legami e delle relazioni. L?alcol e le droghe, il gioco d?azzardo e i comportamenti spericolati spesso servono a mascherare un bisogno di appartenenza ad una societ?, innanzitutto familiare, che ? sempre pi? disgregata. L?aggregazione educativa ? la chiave di volta per invertire la tendenza. La famiglia, attraverso anche l?amicizia con altre famiglie, deve essere uno spazio di educazione alle relazioni. La scuola dovrebbe diventare una casa accogliente e formativa per i ragazzi, non pi? un contesto da odiare o, nel migliore dei casi, da mal sopportare. E questa ? una sfida aperta: fare in modo che le scuole il pomeriggio diventino luoghi di aggregazione giovanile.

Exodus ha cominciato le sue attivit? a Cassino 30 anni fa occupandosi di tossicodipendenti. Oggi la nuova emergenza sono gli adolescenti ?difficili?, su questo siete molto impegnati ma il mare dei bisogni educativi sembra immenso.

 Ormai tutti i giorni incontriamo persone che ci chiedono aiuto per questo. L?altra sera al supermercato una signora mi ha fermato chiedendo un aiuto per il figlio che ? in preda ad una dipendenza dal videogioco Fortnite. Ieri mattina una insegnante mi ha chiesto una riunione operativa a scuola per affrontare lo stesso problema con i suoi studenti. C?? un allarme videogiochi e social network di fronte al quale gli adulti si stanno chiedendo come affrontare il problema e chiedono aiuto. Nei prossimi giorni iniziamo un corso di formazione all?ITIS sulla gestione efficace della classe. In febbraio ripartono gli incontri formativi per genitori dell?Universit? della Famiglia. Con il Comune stiamo cercando di avviare un servizio di educatori domiciliari. Abbiamo bisogno di volontari, studenti universitari, insegnanti in pensione, persone che vogliono dare un po? del loro tempo per costruire una ?comunit? educante? capace di non delegare agli psichiatri la questione giovanile ma facendosene carico responsabilmente.

Per questo ripartiamo dalla conoscenza dei ragazzi. Cosa vi aspettate dal progetto di ricerca ?Selfie??

Vorremmo dedicare i prossimi mesi alla somministrazione del questionario in tutte le scuole, medie e superiori, di Cassino. Se riusciamo a finire il giro entro la fine di questo anno scolastico, a settembre potremmo presentare i risultati di questa ricerca e, in base a questi, strutturare un progetto di promozione del benessere giovanile nella nostra citt?. Sarebbe il modo pi? bello di celebrare il trentesimo anniversario di Exodus a Cassino. L?adolescenza non ? una malattia ma dei ragazzi dobbiamo occuparci insieme, cittadini, associazioni e istituzioni con competenza e senso di responsabilit? collettivo. Anche per questo, entro met? febbraio andremo rinnovare il protocollo d?intesa per l?attivazione di un Osservatorio sul disagio giovanile sottoscritto da Exodus, Universit? di Cassino, ASL di Frosinone e Comune di Cassino.

INTERVISTA DI LORENZO VITA

Gli adolescenti di Cassino, chi sono, cosa sperano, cosa temono

?Selfie? l?indagine nazionale sulla condizione giovanile fa tappa a Cassino

Si terr? marted? 28 gennaio alle 11, presso la Sala Restagno la presentazione del progetto Selfie agli Istituti scolastici di Cassino. Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Exodus e l?Universit? Bicocca di Milano.

Chi sono gli adolescenti, quali interessi hanno, cosa desiderano? La Fondazione Exodus, dopo oltre 30 anni di attivit? con i ragazzi, ha deciso di  realizzare una fotografia che racconti gli stili di vita dei ragazzi, scattata direttamente dagli interessati. 

Verranno affrontate problematiche critiche come l?uso dei social, la qualit? delle relazioni tra pari, l?uso del denaro, il rapporto con gli adulti. Lo scopo principale del progetto SELFIE ? quello di fornire elementi, spunti concreti relativi alla vita dei ragazzi e delle ragazze, utili ad una riflessione per insegnanti, genitori e studenti stessi. 

L?indagine vuole essere in primis uno ?strumento educativo? nelle mani degli attori della scuola, corpo docente, famiglia e studenti, allo scopo di migliorare la qualit? delle relazioni esistenti e di conseguenza, sul versante scolastico, tentare di migliorare la qualit? degli apprendimenti. 

Fino ad oggi la ricerca ha coinvolto oltre 70.000 studenti in tutta Italia ed ora ? la volta di Cassino. La proposta la far? direttamente Franco Taverna, coordinatore nazionale di Exodus, nell?incontro a cui sono stati invitati tutti i dirigenti scolastici del territorio. 

?La cosa pi? bella di Selfie ? ha detto don Mazzi ? ? che in molte scuole, dopo aver partecipato alla ricerca, i ragazzi hanno cominciato a confidarsi con professori e preside. Questo ci fa capire che dobbiamo lasciare aperte le nostre scuole ai ragazzi. La scuola deve diventare il luogo dove si torna a parlare, dove si torna a parlarci, dove tornano le relazioni che sono al di fuori dell’adulto e dei minori?.

?L’obiettivo ? aggiunge Luigi Maccaro ? ? quello di consegnare nelle mani di docenti, genitori e ragazzi una serie di riscontri concreti presi dalla vita reale degli adolescenti della loro scuola e di spunti di approfondimento per la pianificazione di interventi di miglioramento da realizzare proprio a partire dalle loro caratteristiche, dai loro punti di vista e dalle loro fragilit??. 

E infatti “Selfie” racconta di ragazzi e ragazze, quelli finora intervistati, che solo nel 41 per cento dei casi si confronta con un genitore perch? preferisce farlo con un amico; che nel 40 per cento dei casi va male a scuola perch? vive in un contesto monoparentale; che il 45 per cento dei ragazzi ha conosciuto persone tramite i social network; che il 65 per cento degli under 18 usa lo smartphone in classe anche se non potrebbe; che l’84 per cento dei bambini sotto i 10 anni ammette di aver iniziato a giocare d’azzardo ? comprando un “Gratta e vinci” ? grazie ai genitori.

Presentato in forma sperimentale nell’anno scolastico 2014/2015, il questionario “Selfie”, sottoposto attraverso un software e un link online, ? stato implementato grazie al supporto dell’Universit? Bicocca di Milano. “Selfie” ? stato utilizzato in vari istituti italiani per conoscere i teenager di oggi attraverso le risposte che loro stessi hanno dato negli ambiti di indagine: i dati personali, il tempo libero, l’uso di smartphone e social network, il budget settimanale, il rapporto con il gioco d’azzardo, quali sono comportamenti a rischio, quale immagine hanno del proprio corpo e la loro relazione con il cibo e, infine, la realizzazione di s?.

Per Enzo Salera, Sindaco di Cassino che ha voluto riconoscere il patrocino al progetto, ?la conoscenza degli stili di vita dei ragazzi ? un valido punto di partenza per i soggetti impegnati nella cura e nella crescita della popolazione giovanile, in particolare quella di fascia preadolescenziale, a livello scolastico, familiare e territoriale. Padroneggiare la situazione di partenza ? un’azione necessaria per poter porre in essere interventi mirati che possano prendersi carico delle criticit?, ma contemporaneamente valorizzare anche le potenzialit? di una generazione che necessita sempre pi? di un riconoscimento positivo e valorizzante. Questo progetto – continua Salera – mi sembra davvero un utile strumento di indagine e narrazione degli stili di vita giovanili attraverso un’approfondita attenzione al mondo di internet e a quello delle dipendenze, in particolare quella del gioco d’azzardo?.

Le Scuole secondarie di I e II grado, interessate a conoscere nei dettagli la proposta pedagogica di Exodus possono ricevere tutte le informazioni necessarie scrivendo a cassino@exodus.it

La città possibile: bilancio di fine anno

In questi primi sei mesi di esperienza amministrativa abbiamo appena intravisto l’inizio del cammino che intendiamo percorrere: un cammino fatto di partecipazione, responsabilit? e fiducia nella “Cassino possibile”, una citt? capace di avere a cuore il proprio benessere a partire dai suoi cittadini pi? in difficolt?.

Quando ho deciso di assumere la responsabilit? di questo Assessorato dovevo rispondere ad una domanda che avevo in testa da molti anni: ? possibile che Cassino cambi? che si ribelli alla logica individualista che attanaglia il nostro tempo? ? possibile che Cassino sappia reagire alla crisi economica e sociale con un approccio solidale ai problemi comuni? ? possibile che la parola comunit? si possa applicare alla dimensione cittadina senza retorica e senza illusioni miracolistiche? ? possibile rinnovare un sistema di welfare cittadino attraverso la partecipazione di un terzo settore capace, a sua volta, di ripensare il proprio ruolo?

La risposta ancora non ce l’ho ma ho deciso di cogliere la sfida per una “Cassino possibile” innanzitutto dal nome che ho chiesto di dare al mio Assessorato: erogare servizi sociali ? importante ma lavorare per la coesione sociale ? l’unica risposta possibile alle domande di sopra. I cittadini non sono sono una controparte a cui dare delle prestazioni. Essi possono essere i protagonisti del proprio benessere se inseriti in una comunit? capace di curare s? stessa. 

Tenere insieme la citt? in una logica di integrazione finalizzata all’aiuto reciproco, questo ? fare comunit?, questo ? coesione sociale. Questa ? l’idea di fondo che ci ha ispirati sin da quando in campagna elettorale Enzo Salera ripeteva che vogliamo costruire “la citt? di tutti e di ciascuno”. Per questo serve visione, partecipazione, innovazione.

Affidiamo a questa relazione i primi vagiti di questa avventura consapevoli che il cambiamento richiede una competenza essenziale: saper cambiare s? stessi per poter cambiare il mondo intorno a noi. Insieme a speranza, sacrificio, responsabilit?. 

Facciamo questo primo “punto della strada” con gli occhi rivolti all’indietro per guardare le cose fatte ma con la mente protesa in avanti a scorgere le prossime cose da fare. Per questo troverete anche i primi semi del lavoro del prossimo anno. 

Soprattutto, avendo ricevuto l’onore di poter servire la citt?, sentiamo forte la responsabilit? di dover rendere conto puntualmente del lavoro svolto.

Buona lettura e buon 2020

Ministro, annulli quelle circolari!

Gent.ma dott.ssa Luciana Lamorgese

Ministro dell’Interno

Cassino, 30 dicembre 2019 

Egr. Sig.ra Ministro,

Le scrivo in qualit? di Assessore alla Coesione sociale del Comune di Cassino, nonch? referente del locale progetto SPRAR, un progetto che la nostra citt? si vanta di avere dal 2004.

Un progetto che funziona benissimo, con un elevato livello di attenzione nei confronti degli ospiti e un importante investimento sui loro percorsi di integrazione al fine di portarli gradualmente alla piena autonomia  e, di conseguenza, all’uscita dal percorso assistenziale. ? quello che chiedono gli ospiti: essi vogliono studiare, formarsi, fare esperienze di inserimento lavorativo e trovare la loro collocazione nella societ? italiana. Ed ? quello che chiedono anche i nostri cittadini, non solo per l’impegno economico profuso ma anche per la dignit? delle persone che vengono a stare nel nostro Paese. Alla fine, contrariamente a quanto alcuni pensano, molti di loro trovano lavoro.

Attualmente 8 beneficiari hanno svolto, o stanno svolgendo, tirocini formativi presso aziende del territorio ed altri 21 hanno svolto o stanno svolgendo dei corsi di formazione professionale.  Abbiamo lavorato anche affinch? la popolazione distinguesse il progetto SPRAR, del quale abbiamo la responsabilit?, dai progetti CAS, che hanno dimostrato di essere scadenti (almeno quelli che hanno coinvolto il nostro territorio) e hanno contribuito a convincere l?opinione pubblica a pensare banalmente che queste persone fossero “nullafacenti pagati per non fare nulla”. Nessuno poteva e pu? dire lo stesso dei nostri utenti, impegnati tra corsi di lingua, orientamento, sicurezza, sport, formazione professionale, tirocini presso aziende, etc., a riprova che la questione “immigrazione” non ? da porre sugli utenti, ma sul lavoro che con gli utenti viene svolto: noi chiediamo tanto, ma diamo tanto.

Proprio recentemente la nostra citt? di Cassino ? finita sulle cronache nazionali per la cattiva gestione di alcuni centri CAS. Come Amministrazione comunale, insieme all’Ente gestore, la Coop. Soc. Ethica, abbiamo lavorato tanto per evitare che la popolazione locale pensasse ci? che un giornale nazionale riport? sulla questione in prima pagina: ?accoglienza uguale delinquenza?.

In questo clima di lavoro “ben fatto”, le due circolari pervenute nei giorni precedenti il Natale, senza alcun preavviso, ci hanno lasciati basiti, disorientati e ci vedono radicalmente contrari alla loro applicazione.

La prima circolare impone la fuoriuscita dal progetto degli utenti con permesso umanitario (poi rettificata con un comunicato stampa in cui si dice che possono rimanere in accoglienza e che i servizi dell?integrazione sarebbero stati finanziati con fondi europei).

La seconda impone la sospensione di tutti i servizi dedicati all?integrazione dei richiedenti asilo in attesa di un loro trasferimento, che avverr? non si sa quando.

Cosa stanno a significare queste due circolari? Non siamo pi? SPRAR (o SIPROIMI)? Ci state trasformando in CAS? Eppure tutti sanno che bisognerebbe fare il contrario. Vogliamo trasformare i servizi di integrazione in interventi di assistenzialismo? 

Ci dispiace doverLe comunicare che non applicheremo queste due circolari, non lo possiamo fare.

Non lo possiamo fare perch? il servizio che abbiamo attivato come SPRAR aveva ed ha il fine di un servizio sociale, che lavora con gli utenti per accompagnarli nel loro percorso verso l?autonomia; queste sono le regole del nostro ?ingaggio? e questo ? l?impegno che abbiamo preso, con un contratto scritto con i nostri utenti, ove sono specificati i loro doveri e diritti. E la certezza del diritto ? la base di una societ? democratica;

Non lo possiamo fare, perch? una circolare non pu? interrompere dei percorsi di vita, non possiamo interrompere i tirocini presso le aziende del territorio o i contributi alloggio  per chi esce dal progetto. Sulla base delle nuove indicazioni, dal 1? gennaio, gli utenti dovrebbero rimanere nel progetto, senza fare nulla e vivere di assistenzialismo. Noi invece stiamo lavorando perch? si integrino ed escano dal percorso di assistenza per essere autonomi;

Non lo possiamo fare, perch? le citate circolari non hanno fondamento giuridico! Il fatto che si addebitino queste scelte ad una conseguenza dei Decreti sicurezza ? pura speculazione, infatti in nessuna parte di quei decreti viene vietato l?uso dei fondi per l?integrazione. I Decreti sicurezza prevedono l?uscita o il trasferimento dagli SPRAR al termine del progetto. Quegli stessi progetti che sono stati prorogati con Vostro decreto al 30/06/2020. I titolari di permesso umanitario non sono stati mandati via, n? i richiedenti asilo trasferiti, pertanto se permangono nel sistema SPRAR/SIPROIMI devono avere i servizi che lo stesso prevede. Lo stesso Decreto di prosecuzione prevede che siamo tenuti ad offrire i servizi precedentemente previsti, ove mai risulta una differenziazione per tipologia di permesso di soggiorno. Le persone che sono accolte fanno tutte un percorso verso l?integrazione. 

Non lo possiamo fare, Sig.ra Ministro dell?Interno, perch? prendiamo molto seriamente l?uso dei fondi pubblici e la responsabilit? che ne deriva. Il finanziamento decretato per la prosecuzione del nostro Sprar/Siproimi ? gi? comprensivo dei costi destinati ai servizi per l?integrazione di tutti gli ospiti. Dovremmo usare ulteriori fondi europei per coprire spese gi? coperte? O non attivare servizi per i quali siamo stati pagati? 

Non lo possiamo fare, perch? stiamo parlando di persone, nostri concittadini, regolarmente presenti sul territorio italiano, persone che abbiamo accolto con il dovere di tutelare il loro percorso. Non possiamo operare discriminazioni all?interno di un servizio che ha l?obiettivo di offrire protezione.

Gentile dott.ssa Lamorgese, nel massimo rispetto per l’Istituzione che Lei rappresenta e nel massimo rispetto del suo difficile compito, le sottolineo la necessit? che lo SPRAR/SIPROIMI non sia snaturato e che non si trasformino gli SPRAR in CAS; sarebbe necessario piuttosto che gli utenti presenti nei CAS (progetti che hanno gi? mostrato il loro fallimento) siano trasferiti a pieni diritti negli SPRAR. Per far questo basterebbe tornare al vecchio modello SPRAR.

Distinti saluti,

Luigi Maccaro

Assessore alla Coesione sociale

Affido familiare: corresponsabilità per un nuovo welfare locale

E? stato presentato questa mattina, presso la Sala Restagno del Comune di Cassino, il progetto per l?affido familiare, per aiutare i minori che vivono in situazioni familiari insostenibili. Il progetto ? stato approvato dall?Amministrazione Comunale nelle scorse settimane e sar? gestito in collaborazione con il Consorzio dei servizi sociali. 

Alla conferenza stampa di presentazione hanno partecipato il Sindaco, Enzo Salera, l?Assessore alle politiche sociali Luigi Maccaro, la dottoressa Silvia Crolla, assistente sociale, il dottor  Donato Formisano presidente della Banca Popolare del Cassinate, che ha sostenuto la realizzazione della campagna informativa di promozione dell?affido familiare.

La campagna mira a reclutare un certo numero di famiglie intenzionate a dare la propria disponibilit? ad accogliere temporaneamente un minore proveniente da una condizione di difficolt?. 

Ad aprire i lavori il Sindaco, Enzo Salera, che ha testimoniato come questa campagna sia una delle priorit? dell?amministrazione comunale. Il progetto nasce dalla convinzione che l?affidamento sia la soluzione migliore per i minori che vivono situazioni di disagio e l?auspicio ? che questa iniziativa possa, innanzitutto, incontrare il consenso di tante famiglie e tante persone che possano dare la propria disponibilit? ad accogliere un bambino, ma anche che possa rappresentare un esempio per altri comuni e altri enti. Cassino, infatti, pu? essere la citt? capofila di una filiera virtuosa di accoglienza, solidariet?, condivisione. 

L?Assessore  Luigi Maccaro ha raccontato come questo progetto sia nato all?inizio di questa esperienza amministrativa. ?Ho cercato da subito ? ha raccontato Maccaro ? di capire la dimensione dei problemi: la situazione relativa ai minori in situazioni di disagio, a quelli collocati in case famiglia e il numero di famiglie in situazioni di fragilit? era impressionante. La responsabilit? dell?amministrazione comunale ? che siano sempre di meno i minori che debbono essere tolti alla loro famiglia di origine per essere dati in affidamento. Per questo ? necessario innanzitutto lavorare in ottica di prevenzione, a supporto delle famiglie in difficolt??. 

Maccaro ha anche sottolineato come l?impegno economico che pesa sul Comune per il collocamento di minori in casa famiglia sia estremamente oneroso: dai circa 230 mila euro spesi dal comune di Cassino nel 2017, oggi si ? passati a circa 700 mila euro che ? la cifra che il comune avr? speso il prossimo 31 dicembre. ?Il dato fa riferimento esclusivamente ai minori italiani e dunque non considera i minori stranieri non accompagnati. E? chiaro che il Comune non ha avviato questo progetto per ragioni di risparmio economico, ma ? altrettanto chiaro che il costo crescente di queste problematiche testimonia la misura del disagio di molte, troppe famiglie. Credo che la parola chiave di questo progetto sia ?corresponsabilit??. La prospettiva ? un cambiamento della societ? e la creazione di molteplici sinergie?. 

Il progetto prevede una prima fase ? realizzata grazie ala partnership con Banca Popolare del Cassinate ? destinata ad una importante e capillare campagna informativa, cos? da sollecitare la disponibilit? delle famiglie. Nel mese di gennaio, poi, verr? proposto un corso di formazione (a cui ne seguir? un altro nel mese di settembre). Al termine del corso le famiglie ritenute idonee verranno iscritte al?albo e potranno essere chiamate ad accogliere un minore. 

L?Assessore ha anche assicurato che il Comune rendiconter?, almeno con cadenza annuale, i risultati del progetto, sia dal punto di vista economico e numerico sia dal punto di vista sociale. 

L?assistente sociale, Silvia Crolla, ha sottolineato ancora l?importanza dell?attivit? di prevenzione e ha evidenziato come la parola affidamento vada intesa in un duplice significato: non solo il bambino viene affidato ad una famiglia, ma la famiglia di origine si affida alla famiglia affidataria, cos? da creare, insieme, un cerchio di protezione per il minore. 

Ci saranno 8 incontri, per un totale di 20 ore, che prevedono sia una parte tecnica, nella quale verr? illustrata la normativa vigente, sia una parte pi? ?pratica?, che terr? conto degli aspetti emotivi legati all?affidamento, primo fra tutti il fatto che la famiglia affidataria deve essere pronta e preparata al momento del distacco del bambino. La famiglia di origine non sar? abbandonata ma sar? aiutata a superare il momento di difficolt? che ha portata al affidamento. 

A concludere i lavori il Presidente della BPC, Donato Formisano ?L?Affido familiare ? un tema delicato e prezioso e rappresenta, da parte delle famiglie affidatarie, un gesto nobile e generoso. Un gesto che, proprio perch? temporaneo, richiede una generosit? ancora pi? grande: accogliamo nelle nostre case, per qualche tempo, un bambino bisognoso di aiuto. Lo accompagniamo per un tratto di strada e poi siamo pronti a riconsegnarlo alla sua famiglia di origine o a chi dovr? occuparsi di lui. Questa disponibilit? all?accoglienza fa parte della tradizione di Cassino: chi, come me, ha vissuto il dramma della guerra, ricorder? come le famiglie erano solidali e accoglienti e come tantissime volte i bambini che avevano perso i genitori venivano accolti da nuove mamme e nuovi pap? che, in un gesto naturale, semplice, affettuoso, generoso, allargavano i loro cuori e le loro case per accogliere un nuovo figlio. 

E? davvero bello che il Comune abbia deciso di investire energie e risorse nella formazione di coloro che saranno chiamati ad accogliere questi minori, che abbia deciso di accompagnare queste persone nel loro percorso e che abbia programmato una campagna di sensibilizzazione cos? ad ampio raggio. 

Infine, sottolineo anche come proprio la sinergia tra pubblico e privato, il coinvolgimento di pi? persone, enti, aziende sia una strategia vincente, che potr? aiutarci a superare tanti limiti, tante fragilit?, tante difficolt?. 

L?augurio ? che questo sforzo dia i risultati sperati, garantendo accoglienza a tanti piccoli in situazione di difficolt?. Ma l?augurio ? anche che questa campagna e questo progetto diano anche un?impronta diversa alla cultura della nostra citt?: la campagna per l?affido familiare ci educhi alla solidariet?, all?accoglienza, alla generosit??.?

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“Welcome to Italy”: una ferita per la città e fango per il sociale

? possibile trarre un insegnamento dallo scandalo di questi giorni? Io credo che il rapporto fra pubblica amministrazione e terzo settore vada profondamente ripensato. A partire dal modello di affidamento dei servizi. A Cassino stiamo lavorando per passare dai capitolati di gara ad un approccio centrato sulla co-progettazione dei servizi. Ma l?intenzione ? arrivare ad una valutazione degli interventi da realizzare insieme all?Universit?.

Quale che sia lo sviluppo giudiziario della vicenda di alcune cooperative finite sotto la lente della Procura per presunti illeciti nella gestione dell?accoglienza dei migranti, rester? comunque un?ennesima ferita per la citt? di Cassino, finita ancora una volta sulle cronache nazionali per motivi di cui non si pu? certo andare orgogliosi. E rester? un altro bel po? di fango sul mondo della cooperazione sociale, dell?accoglienza e della cura di persone in condizioni di fragilit? sociale.

Una ferita profondamente ingiusta quella inferta alla citt? di Cassino perch? titolare, dal 2004, di un servizio di accoglienza Sprar che funziona egregiamente grazie alla collaborazione fra Comune e Coop. Ethica e che da tanti anni pu? essere considerato un?eccellenza a prescindere dalle stagioni politiche.

Cos? come ? ingiusto il fango gettato sul mondo del sociale e delle imprese, degli enti, delle associazioni che si occupano di costruire percorsi di esistenza dignitosa per donne e uomini che hanno bisogno di una possibilit? per ricominciare a vivere. Dobbiamo evitare quella narrazione superficiale di un terzo settore che tiene insieme famiglie, operatori, comunit?, provando a ricucire ci? che la crisi ha disgregato: il tessuto sociale, il senso di appartenenza ad una comunit?. Provando a dare lavoro a chi fatica di pi? a trovarlo come persone con disabilit? fisiche o mentali, ragazze madri, ex detenuti.

Per questo – come amministrazione comunale – abbiamo intrapreso una strada che ha come fine la valorizzazione delle esperienze sociali positive attraverso la condivisione di regole entro le quali si possano costruire benessere, coesione sociale e servizi innovativi. ? pronto il Regolamento per i rapporti fra amministrazione comunale e terzo settore che prevede i tavoli tematici e i percorsi di co-progettazione con i quali potremo superare le gare a ribasso d?asta sui servizi alla persona.

L?area del disagio sociale ? sempre pi? vasta e, di fronte alla continua contrazione delle risorse pubbliche, c?? bisogno di risposte urgenti, innovative, di lungo respiro. Lucrare sulla pelle dei bisognosi ? uno scandalo che dobbiamo prevenire e combattere attraverso regole chiare, procedure trasparenti e rifiuto categorico di qualunque sbavatura nella correttezza dei rapporti e nell?uso del denaro pubblico.

A Cassino c?? bisogno di pi? imprese sociali con la capacit? di trasformare la realt? come ? stato gi? fatto in molte parti d?Italia. Il terzo settore crea occupazione, risposte serie ed efficaci, benessere sociale. Insieme all?Universit? possiamo promuovere percorsi virtuosi per la creazione di nuove imprese capaci di innovare nel campo dei servizi alla persona e nell?inserimento lavorativo di soggetti deboli. E c?? bisogno di enti locali (Comune e Consorzio dei servizi sociali) capaci di cogliere questo bisogno di innovazione sociale, nel metodo, nelle forme, nella condivisione e nella trasparenza.

L?assistenza ai migranti non ? un business ma un?azione di welfare insostituibile. Le accuse di cui si parla in questi giorni sono di una gravit? intollerabile ma possono essere l?occasione per una revisione profonda dei rapporti fra amministrazioni dello Stato e cooperazione sociale.

Lo sdegno ? condivisibile ma non ? sufficiente: bisogna lavorare insieme per definire un nuovo modello di gestione dei servizi alla persona capace di valorizzare il ruolo di indirizzo del pubblico, le competenze maturate dal terzo settore e la necessit? di valutare l?efficacia degli interventi.

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Viva gli anziani, risorsa per la città

Intervista di Lorenzo Vita per L’inchiesta dell’8 ottobre 2019

In italia si sta assistendo ad un aumento dell’et? demografica, questo fenomeno caratterizza anche il nostro territorio?

Ovviamente si ma non dobbiamo vedere questo come una disgrazia. Se sapremo trasformare questo in un’opportunit?, valorizzando le potenzialit? degli anziani allora potremo far crescere il bene comune. La sfida pi? grande sta nel trasferimento di valori, esperienze e saperi alle nuove generazioni. Serve una visione nuova nella quale gli anziani possano essere protagonisti attivi del benessere collettivo. A tutte le et? si pu? studiare, lavorare, organizzare, amare, viaggiare. Ciascuno secondo le proprie possibilit?, certo, ma gli anziani non sono un problema per la societ?, sono una risorsa, a patto di organizzare con loro spazi di protagonismo.

Quali sono le preoccupazioni e i problemi principali che condizionano gli anziani in difficolt? e che il suo Assessorato si trova ad affrontare?

Certo bisogna considerare poi la fragilit? degli anziani soli, la non autosufficienza, l’incapacit? dei servizi pubblici di dare risposte vere e non palliativi. E qui si aprono spazi interessanti per una collaborazione tra pubblico, privato e volontariato. I pi? svegli da questo punto di vista parlano di silver economy ovvero un’economia che ruota intorno ai bisogni degli anziani che, se gestita in maniera non profit o, al limite low profit, potrebbe dare luogo a quel welfare misto che ? l’unica risposta possibile di fronte alla mancanza di risorse pubbliche. Assistenza domiciliare, teleassistenza, co-housing sono risposte possibili per le quali vogliamo attivarci al pi? presto. Alcuni servizi sono gi? erogati dal Consorzio dei Servizi sociali ma vanno incrementati.

Quanto ? importante il ruolo dei centri anziani in questo?

I Centri Anziani sono le prime antenne del Comune nel mondo della terza et?, si occupano di invecchiamento attivo attraverso l’organizzazione di tante attivit?: gite, cene sociali, corsi di formazione, sport, attivit? ricreative e molto altro. Ma secondo me devono fare un salto di qualit?: affrancarsi dalla dipendenza dal Comune e trasformarsi ciascuno in Associazione di Promozione Sociale, in modo da poter accedere ai contributi della Regione riservati alle APS, da poter erogare servizi ai propri associati e sviluppare progetti di protagonismo vero. Pensate ad un servizio semplice come la possibilit? per due anziani soli di andare a vivere insieme e magari condividere la badante: si risparmiano molti soldi dividendo le spese ma soprattutto migliora la qualit? della vita. La cosa pi? logica per me ? che gli anziani si possano organizzare e gestire autonomamente un servizio di questo tipo. Ma ? solo un esempio. Nei Centri Anziani c’? un capitale da rimettere in circolo a beneficio dell’intera collettivit?. Possono diventare dei Centri di Servizio importantissimi.

Quali sono i progetti gi? realizzati e che attiverete in futuro?

Abbiamo molte attivit? che i ragazzi del servizio civile promuovono all’interno dei 4 centri, stiamo per lanciare un ciclo di incontri formativi in collaborazione con la ASL sulla corretta alimentazione, stiamo ripartendo un piccolo fondo economico per le spese di gestione, stiamo programmando un corso con il Centro Servizi al Volontariato di Frosinone per i responsabili della gestione dei centri. Ho in testa soprattutto 3 obiettivi: il primo ? organizzare un servizio di teleassistenza e di monitoraggio degli anziani soli e fragili nel quale siano gli anziani nel pieno delle loro forze ad organizzare e gestire il servizio, il secondo ? l’universit? popolare della terza et? da gestire in rete fra i 4 centri anziani e con la collaborazione degli studenti dell’Universit? di Cassino e il terzo ? riaprire il centro anziani di San Bartolomeo.

Domenica ci sar? la “Festa dei nonni”, ci parli dell’evento

Sar? una festa della Famiglia perch? dire nonni vuol dire dire nipoti, bambini e momenti di gioia. Ci saranno giochi, animazione, musica e divertimento. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto l’organizzazione dell’evento, innanzitutto il Centro Anziani che ha promosso l’iniziativa, tutte le organizzazioni che porteranno un contributo l’animazione della giornata e soprattutto gli sponsor senza i quali questa giornata non si sarebbe potuta realizzare. Fare festa insieme fa bene alla citt? e dedicare una giornata ai nonni significa riconoscere la funzione straordinaria che hanno nella costruzione solidale della nostra societ?.

L’inchiesta, 8 ottobre 2019

Festa dei nonni, festa della famiglia

Ecco come ? possibile conciliare coesione sociale, promozione turistica e sviluppo commerciale

Grande soddisfazione ? stata espressa da tutti per l?ottima riuscita della Festa dei nonni, organizzata dal Comune di Cassino, Assessorato alla Coesione sociale, attraverso il Centro Anziani di Corso della Repubblica.
?Ringrazio tutti gli organizzatori ed i partner per il lavoro svolto, pienamente in sintonia con l?intenzione della nostra Amministrazione – dichiara l?Assessore Luigi Maccaro – di valorizzare gli anziani come risorsa irrinunciabile per le famiglie e per la citt?. I nostri Centri Anziani sono motori propulsori di iniziative che sostengono l?invecchiamento attivo, promuovono socialit? contro la solitudine. In collaborazione con Asl e Universit? stiamo realizzando percorsi di promozione della salute dedicati in maniera specifica alla terza et??.
Tutta la Giunta ? impegnata per rilanciare l?immagine di una citt? all?altezza della propria storia e lo sforzo ? unanime, malgrado le difficolt? economiche dovute al dissesto finanziario.
?Sono molto soddisfatto – ha aggiunto il Sindaco Enzo Salera – per la riuscita dell?evento. Stiamo lavorando per aumentare la frequenza di questi appuntamenti perch? il centro della citt? deve essere vivo e ricco di appuntamenti che consentano alle persone, alle famiglie, ai visitatori di godere della bellezza di stare insieme con spensieratezza. E, perch? no, fare shopping o consumare nei tanti locali che abbiamo lungo il Corso della Repubblica. Ecco come ? possibile conciliare coesione sociale, promozione turistica e sviluppo commerciale?.
L?evento ? stato realizzato anche grazie alla collaborazione di alcuni sponsor che hanno sostenuto l?organizzazione.?Da tanto tempo non si vedeva pi? il centro citt? animato in modo cos? bello e professionale – racconta uno dei commercianti dell?Associazione Duepuntozero che hanno contribuito alla realizzazione dell?evento -. E? cos? che ci piacerebbe vivere il centro citt? tutti i fine settimana e siamo certi che con la collaborazione di tutti, imprese e istituzioni questo ? possibile. Con la festa dei nonni l?abbiamo dimostrato?.
Non solo famiglie a passeggio per la citt? ma anche molti turisti che dopo la visita all?Abbazia approfittano per visitare la nostra citt?.
?Ero di passaggio – scrive sui social una turista – dopo la visita all’Abbazia sono venuta in citt? e ho assistito allo spettacolo, dall’inizio alla fine. Mi si vede nelle foto!!!! Bravi!!!!!!?
Alla manifestazione presenti molte associazioni tra cui l?UNICEF con i lavori fatti dai bambini delle scuole per i propri nonni mentre il parroco della Chiesa di Sant?Antonio, don Benedetto Minchella, non ha fatto mancare la propria benedizione.

Adesione al progetto PUOI per l’inserimento lavorativo per cittadini extracomunitari

L?Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro ha promosso il progetto PUOI (Protezione Unita a Obiettivo Integrazione) attraverso il quale finanzia percorsi di integrazione socio-lavorativa per titolari di protezione internazionale e umanitaria, titolari di permesso di soggiorno e cittadini stranieri entrati in Italia come minori non accompagnati e regolarmente soggiornanti ma disoccupati.

I percorsi di integrazione socio-lavorativa si basano sullo strumento della ?dote individuale?, con la quale ? insieme ad una dotazione monetaria ? viene garantita l?erogazione di una serie di servizi di supporto alla valorizzazione e sviluppo delle competenze, all?inserimento socio-lavorativo e all?accompagnamento verso l?autonomia (formazione on the job, tirocinio), attraverso la costruzione di Piani di Azione Individuali.

?L?integrazione ? ormai un obiettivo per la nostra societ? e va intesa anche come dovere morale?, sottolinea Luigi Maccaro, Assessore alla Coesione sociale con delega all?Integrazione. ?In molte situazioni, anche sul nostro territorio, sono proprio gli extracomunitari a risolvere i problemi di carenza di manodopera locale, a consentire lo sviluppo delle imprese e a rilanciare l?economia. Ma il discorso non ? solo economico. Il dialogo con altre culture, religioni e minoranze rappresenta un valore aggiunto, anche in termini di apporto di professionalit? e nuove capacit?, che ? sempre di grande importanza, anche nei servizi di prossimit? che vengono erogati per migliorare la qualit? di vita delle persone?.

Il Vice Sindaco, Francesco Carlino, questa mattina ha firmato l?adesione al progetto del Comune di Cassino che, in qualit? di soggetto ospitante, potr? inserire fino a 18 persone: ?Come tutti sanno ? ha sottolineato Carlino ? il Comune ha una gravissima carenza di personale. Questo progetto pu? essere una grande opportunit? per supportare i vari settori dell?Amministrazione ed avere un rilancio in termini di operativit??. Il progetto prevede 6 mesi di lavoro retribuito presso i vari Settori dell?Amministrazione comunale, scelti in base al profilo dei candidati. Il compenso ? di 500 euro al mese.

La documentazione pu? essere presentata entro il 22 settembre allo sportello dell?Assessorato alle Politiche sociali e deve comprendere la copia del permesso di soggiorno (di almeno 2 anni), l?iscrizione all?ufficio di collocamento, la tessera sanitaria, il codice fiscale ed un documento di identit? valido.

Workshop sulle politiche sociali legate all’integrazione di cittadini di provenienza straniera

Piena soddisfazione per la buona riuscita del workshop sulle politiche sociali legate all?integrazione di cittadini di provenienza straniera che si ? svolto il 25 luglio presso la Sala Restagno del Comune di Cassino.

Pochi discorsi, quelli essenziali, e tanto lavoro, gomito a gomito nei gruppi formati da operatori del Comune, dell?Universit?, della Asl e delle cooperative.

?La nostra Amministrazione ? ha detto il Sindaco, Enzo Salera, che con i suoi saluti ha aperto i lavori ? considera la coesione sociale una priorit? perch? ? la base della convivenza fra i cittadini, a prescindere dalla loro provenienza, a maggior ragione quando si tratta di persone che scappano da paesi dove la dignit? umana non esiste pi??.

Lo ha seguito Luigi Maccaro che ha presentato ampiamente la visione del suo Assessorato in relazione al fenomeno migratorio: ?Alcuni considerano le migrazioni una minaccia speculandoci sopra a fini elettorali. Per noi rappresentano un fenomeno del tutto normale perch? l?uomo si ? sempre spostato ma soprattutto un?opportunit? perch? attraverso l?accoglienza, quella fatta bene!, ci rimette in contatto con quella nostra umanit? che sembra si vada smarrendo e, attraverso l?integrazione, arricchisce la nostra societ? di nuove culture, di forza lavoro e di iniziative imprenditoriali e di figli visto che gli italiani stanno rinunciando a farne?.

Dopo il saluto del dott. Lucio Maciocia della Asl di Frosinone, i lavori sono entrati nel vivo con la presentazione dei partecipanti, con gli interventi della dott.ssa Monica La Saponara sui temi dell?innovazione sociale e della prof.ssa Alessandra Sannella dell?Universit? di Cassino che ha coordinato l?intera giornata.

Grande entusiasmo tra i partecipanti che hanno presentato i risultati della giornata utilizzando cartelloni e pennarelli. Uno stile di lavoro molto innovativo ed efficace grazie alla collaborazione con il Laboratorio di Sociologia del prof. Maurizio Esposito. Tante le proposte che ora verranno sintetizzate e rese disponibili sui canali web dell?Assessorato.
Intanto dalla Regione Lazio ? arrivata la notizia che sar? finanziata una seconda annualit? del progetto che partir? a settembre e che permetter? a tante persone di origine straniera di continuare ad avere nel Comune un riferimento certo per le problematiche relative all?inserimento sociale.

Ottimo anche il lavoro di squadra con Asl e Universit? che hanno preannunciato un ciclo di quattro incontri formativi che prender? il via il prossimo 16 ottobre sui temi della coesione sociale e dell?integrazione socio sanitaria.

Insomma un evento ben riuscito grazie alla collaborazione di tutto il personale dell?Assessorato ma soprattutto grazie alla Cooperativa L?Arca che ha gestito il progetto.

Ora il Comune e il Terzo Settore sono un po? pi? vicini.