Tanto tuonò che piovve. Dopo quasi dieci anni di rinvii alla fine la Regione Lazio, con il solo voto contrario del consigliere di Demos, Paolo Ciani, ha abolito la misura della rimozione delle slot machine nel raggio di 500 metri da scuole, ospedali, centri anziani.
Le sale gioco esistenti di fronte alle scuole o ai centri anziani possono continuare beatamente a proporre gioco d’azzardo legalizzato anche a persone giovani o con fragilità sociali.
Un subemendamento alla legge di assestamento del bilancio previsionale – proposta dalla Giunta e sottoscritto da consiglieri regionali di tutti i partiti, dal PD alla Lega passando per Fratelli d’Italia, Forza Italia e Gruppo misto – ha cancellato il provvedimento coraggioso che la Regione aveva approvato appena due anni fa (L.1/2020 art. 11bis). Il distanziamento viene eliminato per “tutti gli esercizi pubblici commerciali nonché alle sale da gioco già esistenti”.
Mi va di sottolineare che i consiglieri del Movimento 5 Stelle, in campagna elettorale avevano sbandierato il loro impegno in favore del distanziamento dei luoghi di gioco dalle aree sensibili.
E invece, quello che era un provvedimento legislativo sacrosanto (L.5/2013 “Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico”) teso a contenere la diffusione delle patologie legate al gioco e a limitare le infiltrazioni della criminalità organizzata, va tranquillamente a farsi benedire nella complicità bipartisan con l’industria dell’azzardo.
L’intervento del consigliere Paolo Ciani
Unico a votare contro l’iniziativa della Giunta regionale il consigliere di DemoS – Democrazia Solidale, Paolo Ciani, che ha evidenziato come “in questi anni, tanti in quest’Aula che hanno voluto questa legge hanno cambiato idea. Come se la preoccupazione da cui erano nate le leggi nel 2013 venisse meno, quando, invece, in questi anni, purtroppo, l’azzardo è cresciuto e tante e tanti nostri concittadini sono caduti nelle maglie dell’azzardo”. Il consigliere Ciani, rivolgendosi poi ai suoi colleghi d’Aula ha aggiunto “Mi colpisce che alcuni colleghi sensibili dicano “non è che se ci sono più giochi si diffonde di più la patologia”. È esattamente così. Se ci sono più giochi si diffonde di più la patologia. Per esempio, non differenziare ciò che sono le sale gioco esplicite da bar e tabacchi, dove entrano tutti i bambini, tutti i ragazzi, tutti i cittadini, e si trovano in continuazione macchinette, gratta e vinci, Enalotto, eccetera, fa crescere esattamente questo”.
I dati sul gioco
Nel Lazio, solo l’anno scorso, sono stati giocati 11 miliardi e mezzo di euro in quasi 6 mila pubblici esercizi (bar, tabaccherie, ecc.).
In Provincia di Frosinone sono attive diverse attività di prevenzione e contrasto alla diffusione del gioco anche attraverso la presa in carico di giocatori problematici attraverso percorsi individuali e gruppi di auto mutuo aiuto. Per maggiori informazioni sulla diffusione del gioco d’azzardo nella Provincia di Frosinone è possibile consultare il lavoro di ricerca realizzato dal Laboratorio di Ricerca sociale del prof. Maurizio Esposito dell’Università degli Studi di Cassino e del Lazio meridionale (clicca qui).
L’impegno di Exodus
Da almeno dieci anni ci confrontiamo con tante richieste di aiuto legate al gioco d’azzardo, tanti familiari di giocatori che si rivolgono ai nostri centri d’ascolto nella speranza di trovare uno spiraglio, di vedere una luce in fondo al tunnel della dipendenza. Patrimoni bruciati nelle sale giochi, alle slot machine, con le scommesse sportive, case vendute, pensioni impegnate, usurai sempre appostati, drammi familiari come quelli che si ripetono da decenni solo che al posto dell’eroina e della cocaina in questi casi c’è il gioco d’azzardo. Tutto appare innocuo, a partire dalla parola “gioco”, dai gratta e vinci alle scommesse sportive, dalle slot machine ai giochi online e invece è un mondo, costruito ad arte, con meccanismi psicologici scientificamente messi a punto per creare dipendenza. Un sistema pseudo imprenditoriale, tutt’altro che trasparente, che rovina migliaia di persone. Un sistema che ha potuto proliferare in questi ultimi venti anni grazie ad una politica accecata dalla necessità di fare cassa, sulla pelle di almeno un milione di persone che oggi in Italia hanno un rapporto problematico con il gioco. Un sistema politico-imprenditoriale che ruppe gli indugi grazie al Governo che legalizzò le Sale Bingo nel 1999 e poi nel 2003 autorizzò le slot machine. Interventi seguiti da tutta una serie di provvedimenti finalizzati a favorire il fenomeno dell’azzardo con l’obiettivo di aumentare le entrate per lo Stato senza tenere in nessun conto i danni sulle persone.
Lo sciopero del caffè
Bisogna promuovere consapevolezza, anche per far sì che nessuno si senta solo ad affrontare la propria battaglia. Iniziamo con lo sciopero del caffè: non entriamo più nei bar che possiedono slot machine. Non dobbiamo arrenderci all’idea che non si possa tornare indietro, anche perché gli oltre 11 miliardi di euro, buttati nell’azzardo ogni anno solo nel Lazio, sono soldi sottratti all’economia reale, quella che produce occupazione e benessere. E’ un appello agli imprenditori affinché si decidano ad affiancarci in questa battaglia, perché quei miliardi potrebbero essere utilizzati per comprare auto, elettrodomestici, per fare la spesa, per andare al ristorante, per comprare giocattoli e così via. Undici miliardi sottratti al mondo del lavoro e dell’impresa. E’ ora di dire basta ma dobbiamo farlo tutti insieme.
Per chiedere aiuto
Per informazioni e richieste d’aiuto chiamare al numero 375.7432168 oppure scrivere a gap@exoduscassino.it