Intervista di Carmela Di Domenico, “Ciociaria Oggi”, 20 ottobre 2022
La tutela dei minori sempre al primo posto. Durante il convegno è emerso che il sindaco di Cassino è tutore di 31 minori. Qual è la situazione?
Intanto voglio ringraziare gli organizzatori dell’evento per aver proposto un momento di riflessione così importante sul diritto di famiglia e su tutte le implicazioni legate alla tutela dei minori, in particolare modo quando questa incrocia l’ambito penale e penitenziario. L’ufficio per i Servizi sociali del Comune di Cassino segue molti minori, ben più dei 31 di cui il Sindaco è tutore. Quelli sono i casi più difficili per i quali l’ufficio deve dialogare cn il Tribunale per i minorenni. Ma ce ne sono diverse altre decine che comunque sono seguiti attraverso incontri e colloqui con assistenti sociali, educatori e psicologi. Sono tante le famiglie che si portano dentro storie di sofferenze, disagio, violenza ed emarginazione. A volte basta la perdita del lavoro, una separazione, una malattia e a tutti può capitare di perdere la bussola. E i figli sono i primi a pagarne le conseguenze. Per questo cerchiamo di investire tutte le risorse possibili per il supporto a queste famiglie fragili, proprio per evitare che quei 31 possano aumentare.
Un settore delicato che ha bisogno di esperienza e continua formazione. Cassino regge il passo?
Vorrei dire che abbiamo degli ottimi assistenti sociali formati tutti dall’Università di Cassino che svolgono il loro lavoro con grande professionalità ma anche con grande umanità. In questo lavoro le capacità tecniche sono fondamentali ma poi è l’empatia che fa la differenza. Le persone devono potersi fidare e affidare a chi ha ormai grande esperienza. Quello che invece manca è la presenza di educatori e psicologi. Sono sempre stato convinto che anche gli assistenti sociali debbano poter lavorare in équipe con pedagogisti e terapeuti e su questo tutta l’impostazione del Servizio sociale, specie quello rivolto a minori e famiglie debba fare un grande salto di qualità. Devo dire che nel Consorzio dei Servizi sociali ho trovato attenzione rispetto a questo punto ma è la Regione che dovrebbe stanziare nuove risorse ad hoc. E così pure sull’assistenza educativa domiciliare che è una delle più importanti forme di prevenzione all’allontanamento dei minori dal nucleo familiare.
Cosa ancora non va e cosa noi, società civile, dovremmo fare?
Credo che stiamo vivendo un periodo di grande preoccupazione sociale che impedisce alle famiglie di sentirsi parte di una comunità, di sentirsi protette dal contesto sociale a cui appartengono. Quello che taglia le gambe alle persone è la paura del futuro: la crisi economica, quella sanitaria, quella energetica ed ora la guerra. E’ pur vero che di fronte alle emergenze, come il covid e l’arrivo dei profughi, siamo capaci di grande solidarietà ma poi nel quotidiano facciamo fatica a costruire amicizie e rapporti di aiuto reciproco. Per questo penso che dovremmo cercare con ogni sforzo di abbassare la conflittualità e costruire momenti di condivisione. Tra famiglie, tra famiglia e scuola, nelle parrocchie, con il volontariato ma anche attraverso lo sport, la cultura e tutto ciò che può favorire l’aggregazione. I primi a guadagnarci sarebbero proprio i bambini: è a loro che dobbiamo restituire la speranza nel futuro, è per loro che dobbiamo impegnarci a non lasciare solo nessuno.
Avete qualche nuovo progetto nel cassetto?
Dobbiamo andare avanti sul Garante comunale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza: abbiamo fatto il regolamento ora dobbiamo pubblicare l’avviso. Stiamo lavorando anche ad un avviso pubblico per la formazione di un elenco di persone o associazioni a cui affidare le attività di supporto alla tutela dei minori. Abbiamo individuato delle risorse per un progetto di supporto psicopedagogico che porteremo in Giunta nelle prossime settimane. Ed è in preparazione la terza edizione del corso sull’affido familiare. Questo per quello che riguarda l’area minori. In più nei giorni scorsi, in collaborazione con l’Assessore all’Istruzione Maria Concetta Tamburrini, abbiamo iniziato un lavoro con gli adolescenti delle classi terze dei nostri tre comprensivi sulla promozione degli stili di vita sani.