Pubblicata la Relazione al Parlamento del Dipartimento Antidroga
E’ un altro altro bollettino di guerra il Rapporto annuale pubblicato dal Dipartimento antidroga che ogni anno racconta le cifre con le quali l’Italia si scopre sempre pi? “dipendente”. L’appuntamento del 26 giugno quest’anno ? slittato di 4 mesi. Il primo dato in aumento riguarda le morti per overdose che da 3 anni crescono stabilmente: l’anno scorso sono morte quasi 400 persone in seguito all’assunzione di una sostanza stupefacente ma questo dato non tiene conto di tutte le morti correlate all’uso di droga come ad esempio quelle per incidenti stradali. Altro dato impressionante ? il quantitativo di cocaina sequestrata, pi? che raddoppiata rispetto all’anno precedente: 8,3 tonnellate nel 2019 contro le 3,6 del 2018. Un record assoluto.
Tra gli adolescenti resta la cannabis la sostanza pi? usata: l’anno scorso 860 mila ragazzi hanno dichiarato di aver utilizzato almeno una sostanza illegale nella loro vita, pari al 34% degli studenti italiani.
Fin qui i dati. Agli allarmi ci siamo ormai abituati. Ai dati freddi per? si sovrappongono le tante richieste di aiuto che giungono ai nostri centri d’ascolto e che il covid non ha per niente rallentato.
Era il 12 novembre del 2000, giusto venti anni fa, quando a Cassino, nell’Aula Pacis, si celebr? il primo ed unico Forum regionale per la lotta alla droga, organizzato dall’allora assessore regionale Anna Teresa Formisano per promuovere una strategia della prevenzione coordinata su tutto il territorio della Regione Lazio. Da quel confronto nacquero tanti progetti che in quegli anni rappresentarono un argine importante di fronte alla diffusione delle droghe. Ricordo il centro di aggregazione Argonauti, coordinato dall’ottima Rita Cacciami, come pure Il filo di Arianna per la peer education nelle scuole superiori. Le unit? di strada e i primi incontri di formazione per genitori.
Oggi il fondo di lotta alla droga ? sparito, nelle scuole si sono chiusi i CIC (centri d’ascolto per studenti), i centri di aggregazione giovanile sono spariti dappertutto insieme alla 285. A tutto ci? si aggiungono i temi dell’azzardo e dei videogiochi: il 22% degli studenti ha dichiarato di aver giocato a lotterie on line e di aver acquistato gratta&vinci mentre il 60% dei ragazzi utilizza almeno un’ora al giorno videogiochi su varie piattaforme. Per non parlare dei social: il 94% riferisce di usarli almeno 2 ore al giorno.
In tutto questo i Comuni sostanzialmente non esistono perch? gli aspetti sociali della questione sono stati completamente azzerati: non si fa pi? prevenzione, non si fa pi? reinserimento sociale. Resta la cura che ? di competenza delle Asl in collaborazione con le comunit? terapeutiche. Da quando ? sparito il Fondo di Lotta alla Droga i Ser.D. e le Comunit? sono rimasti gli unici servizi aperti.
Eppure il disagio, il vuoto, la solitudine di tantissimi adolescenti iperconnessi abbonda nelle scuole, nelle case, sulle strade delle nostre citt?, come ? possibile che alle amministrazioni comunali non venga riconosciuto alcun ruolo? Qualche sindaco “sceriffo” ci ha provato con qualche ordinanza, qualcun altro promuovendo azioni di prevenzione a budget zero. Ma il disagio dei giovani, prima di tradursi in devianze e dipendenze, si consuma nelle nostra citt?, soprattutto nel loro tempo libero.
Per questo ? indispensabile restituire un ruolo ai Comuni, ci vorrebbe una legge regionale che dia ai Sindaci gli strumenti per coordinare una strategia di prevenzione rivolta ai cittadini pi? giovani e messa in campo da una rete di soggetti istituzionali e del terzo settore. Ma deve essere un’azione specifica per ogni comune perch? non ? possibile che un adolescente di Acquafondata debba scendere a Cassino per usufruire di un servizio di prevenzione. E neanche pu? essere che, come avveniva negli anni ’90, i servizi di prevenzione vengano erogati solo attraverso la scuola perch? ? nel tempo libero che accadono le cose pi? importanti nella vita dei ragazzi. Possono accaderne di meravigliose ma anche di terribili. Presidiare il tempo libero, questa ? la sfida che abbiamo davanti ma serve una Regione che capisca che non si pu? continuare a rinviare. Serve una Regione che dia ai Comuni gli strumenti giusti. Servirebbe almeno un luogo dove parlare di queste cose. Se lasciamo il tema delle dipendenze al settore sanitario potremo migliorare i sistemi di cura ma oggi ? necessario recuperare energia per incrementare i sistemi di prevenzione.
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