Stati generali: c’è anche il non profit

Stati generali: c’è anche il non profit

Ho scritto una lettera al Presidente della Provincia di Frosinone, Luca Di Stefano, sulla convocazione degli Stati Generali della Provincia. Credo sia giusto tener presente che il mondo produttivo sia fatto anche dalle imprese sociali, dal settore non profit che contribuisce in termini di produzione e di occupazione e che, alla luce dei mutamenti sociali, potrà crescere nei prossimi anni. Già in Italia i dati sono molto significativi: 80 miliardi il valore della produzione e quasi un milioni di occupati. Quali i dati nella nostra Provincia? Quale contributo può dare il settore non profit allo sviluppo economico del nostro territorio? Vale la pena, secondo me, parlarne.

Caro Presidente voglio ringraziarla per l’iniziativa intrapresa di promuovere gli Stati generali della Provincia di Frosinone. Riteniamo si tratti di un atto di coraggio che la pone naturalmente alla guida, a viso aperto, di una grande comunità fatta di cittadini, imprese e istituzioni che non abbassano la testa di fronte alla sfida di una crisi economica che richiede coesione e grande senso di responsabilità.

Mi permetto di suggerirle di coinvolgere un mondo fatto di organizzazioni e di imprese che anche nella nostra Provincia rappresentano una porzione piccola ma importante del mondo produttivo che contribuisce allo sviluppo del territorio in termini di produttività e occupazione.

Parliamo soggetti protagonisti nella costruzione di coesione sociale, nella tenuta della società civile di fronte all’impatto a più riprese della crisi economica, nella speranza che “gli ultimi fra gli ultimi” non vengano lasciati soli al loro destino.

Parliamo del mondo non profit, fatto di cooperative sociali, associazioni, fondazioni che alimentano l’economia sociale del nostro Paese.

Parliamo di 400 mila enti in Italia (+7% negli ultimi 6 anni), oltre un milione e mezzo di lavoratori occupati e oltre 6 milioni di volontari che, secondo gli standard ILO (International Labour Organization, Agenzia delle Nazioni Unite), equivalgono a 875 mila occupati.

Un terzo pilastro fra Stato e Mercato il cui valore della Produzione ha raggiunto nel 2022 gli 84 miliardi di euro.

Sono dati emersi dal Rapporto “Sussidiarietà e sviluppo sociale” realizzato dall’ISTAT in collaborazione con la Fondazione per la Sussidiarietà alla cui presentazione, nel gennaio scorso, è intervenuta la Ministra del Lavoro, Marina Calderone.

Sarebbe interessante esplodere il dato per conoscere i numeri di questo mondo relativamente al nostro territorio.

L’economia sociale gioca già oggi in Italia, come in altri Paesi d’Europa, un ruolo chiave per lo sviluppo del sistema socio-economico che, anche nella nostra Provincia, può avere carburante anche da questo mondo.

La pandemia e le emergenze degli ultimi anni – lo dico da Amministratore oltre che da responsabile di una organizzazione non profit – hanno reso ancor più evidente il ruolo cruciale del Terzo settore nell’ascoltare i bisogni di persone e territori e dare risposte tempestive, creare opportunità, cucire le ferite del tessuto socio-economico affinché sappia essere più inclusivo e sostenibile.

L’economia sociale non va quindi vista solo come un mezzo per arginare problemi, ma anche come una condizione necessaria per generare sviluppo.

Oltretutto questo Rapporto dimostra che la presenza di organizzazioni non profit sul territorio contribuisce in modo significativo a ridurre l’incidenza dei giovani che non studiano e non lavorano (NEET) offrendo loro prospettive di inclusione.

Mi permetto dunque di suggerirle un coinvolgimento anche anche del mondo non profit nella celebrazione degli Stati generali previsti per fine settembre nella convinzione che la collaborazione di tutte le parti sociali rappresenta l’elemento centrale attorno al quale costruire un nuovo modello di sviluppo, anche per la nostra Provincia.

Luigi Maccaro

Responsabile Fondazione Exodus

Ne ha parlato anche il blog AlessioPorcu.it: https://www.alessioporcu.it/articoli/primi-ripartendo-dagli-ultimi-stati-generali-maccaro-scrive-a-di-stefano/

Il terzo settore deve prendere i voti

Il terzo settore deve prendere i voti

Seguo il dibattito sul coinvolgimento del terzo settore nella vicenda politica del nostro Paese che negli ultimi mesi si è fatto più intenso grazie ai numerosi e autorevoli interventi che si vanno succedendo. Uno dei primi, sul Corriere della Sera è stato quello del mio “capo”, don Antonio Mazzi, presidente della Fondazione Exodus a cui appartengo. Aprire strade impossibili, questo il concetto di fondo, inventare percorsi laddove non ci sono. Perché dalla cura delle persone fragili, degli adolescenti abbandonati dagli adulti, alla cura delle città, il passo è breve. Come trasformare la nostra esperienza di impegno sociale in un nuovo paradigma per la politica? Come si è detto, è finito il tempo del collateralismo ma forse stiamo correndo il rischio di aspettarci un tempo della cooptazione. Diciamoci la verità, per qualcuno ha pure funzionato. Ma non può essere questo il metodo.

Io penso che dobbiamo avere il coraggio di “scendere in campo” con tutti i criteri della politica, ovvero dobbiamo candidarci, fare le liste, diventare rappresentativi non in virtù della grandezza dell’organizzazione di cui facciamo parte ma in ragione dei voti che abbiamo preso. Questa è la regola della democrazia e solo in questo modo si esce dalla condizione di “prestati alla politica”. Perché alla fine, la politica “ufficiale” ti può coinvolgere perché hai la faccia e la storia che possono funzionare in campagna elettorale ma poi appena non servi più torni ad essere un semplice ornamento e comunque resti fuori dalle dinamiche vere della politica. Quelle sono riservate a chi ha i voti. 

Noi ci abbiamo provato, insieme con la comunità di Sant’Egidio, Exodus ed altre organizzazioni del terzo settore, abbiamo dato vita ad un partito politico vero e proprio, Democrazia solidale – Demos, nato alla fine del 2018. Ci siamo candidati in varie parti d’Italia, abbiamo coinvolto amici, sostenitori, associazioni per provare a portare dentro la politica quello spirito di servizio peculiare delle nostre storie. Il segretario nazionale, Paolo Ciani, è consigliere regionale del Lazio ed è candidato alle primarie a Sindaco di Roma. Abbiamo altri consiglieri regionali, consiglieri comunali, sindaci e assessori. Io sono cresciuto negli scout, sono responsabile di una comunità terapeutica e da due anni sono Assessore alla Coesione sociale del comune di Cassino. È tutta un’altra storia: bisogna confrontarsi con gli altri partiti nelle maggioranze di cui facciamo parte oppure, in altri casi, bisogna essere minoranza con spirito costruttivo. Bisogna confrontarsi  con gli apparati amministrativi con i quali governiamo i territori, compiere una fatica quotidiana per mescolare professionalità e volontariato, carisma e istituzione, sogno e realtà ma questa fatica rende le cose solide e durature.

Qualcuno potrà non avere questa prospettiva e preferirà aspettare di essere “chiamato” a fare il Sottosegretario. Legittimo. Noi abbiamo fatto un’altra scelta. Aspettiamo le elezioni, facciamo il porta a porta, stiamo nelle piazze a incontrare gli elettori. Quando un dirigente ci dice “non si può fare perché non è previsto dal TUEL” noi sfidiamo la burocrazia con la creatività. Bisogna dire che si tratta di un “passaggio” vero e proprio. Non è per niente facile tenere insieme l’appartenenza associativa e l’esperienza politica ma la sfida forse è proprio questa: provare ad essere noi stessi la sintesi di queste due anime di una stessa prospettiva, quella del servizio all’uomo e alla città nella quale abita. Ora certamente il governo Draghi segnerà uno spartiacque per la politica italiana. Nel frattempo la crisi dei partiti si trasforma ma non si risolve. É evidente che sta anche a noi rimboccarci le maniche affinché il vuoto della politica non sia occupato né dai populismi né dai tecnici presi in prestito dal mondo economico e industriale. Ma anche il Terzo settore non può pensare di sostituirsi alla politica, esso deve diventare la politica, mescolandosi con quella tradizionale, affiancandosi ai partiti, ricoinvolgendo il sindacato, contagiando le istituzioni con la creatività, la passione, il sogno di “lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato”. 

da Buone notizie – Corriere della Sera – 16 marzo 2021
Buon lavoro, Maria Cristina!

Buon lavoro, Maria Cristina!

In bocca al lupo Maria Cristina Tubaro, prima Presidente della Consulta per i diritti delle persone con disabilità del Comune di Cassino e grazie per la disponibilità a metterti in gioco in questa nuova avventura.La persona giusta per sensibilità, cultura dell’attenzione all’altro, impegno sociale e professionalità. E per il sorriso, che di questi tempi ce n’è un gran bisogno!Buon lavoro insieme a tutte le Associazioni che nella nostra città si occupano di persone con disabilità che vorranno aderire nelle prossime settimane.Porteremo fuori dal perimetro delle politiche sociali il tema della disabilità perché ogni settore amministrativo, dalla scuola ai trasporti, dal bilancio all’urbanistica, dalla cultura alla manutenzione, incide nelle proprie scelte sulla vita dei tanti concittadini con disabilità.Grazie al Sindaco Enzo Salera per la nomina della dott.ssa Tubaro, ai Consiglieri Bruno Galasso e Alessandra Umbaldo per aver proposto il Regolamento della Consulta, alla Commissione Politiche sociali presieduta da Fabio Vizzacchero che ha raccolto il contributo dei consiglieri di maggioranza e di minoranza che hanno migliorato il testo e a tutto il Consiglio comunale per l’approvazione. Ora si comincia a lavorare.

“Un grande grazie a chi, in questi giorni, con un post, un messaggio, una telefonata si è voluto congratulare con me per la mia nomina a presidente della Consulta dei Diritti delle persone con Disabilità voluta dal Comune di Cassino. Se volevate emozionarmi e spaventarmi… ci siete riusciti. Ho avuto tanti e tali riscontri che posso solo sentirmi onorata, ma, al tempo stesso, ho toccato con mano da un lato la grande responsabilità che mi è stata affidata dall’altro quanto la Consulta intercetti attese, desideri, aspettative che sono vive e vibranti in tante persone, famiglie, associazioni, cittadini. Per questo dico grazie al sindaco Enzo Salera e all’Assessore e amico Luigi Maccaro, che hanno saputo cogliere un bisogno diffuso e proporre uno strumento che, certamente, ci impegneremo a far lavorare nel migliore dei modi. L’invito è a tutte le associazioni perché possano aderire e dare il loro contributo. La #Consulta sarà luogo di dialogo e di confronto e sarà un luogo in cui cercare di costruire e mettere insieme tasselli di speranza”.