Ciociaria Oggi, intervista di Lorenzo Vita | Entro l’anno nel popoloso quartiere di San Bartolomeo sarà inaugurata “La Casa di Willy”. «Diventerà una vera infrastruttura della comunità educante fatta di famiglie, scuole, istituzioni e terzo settore».
Un centro aggregativo giovanile nel cuore del quartiere San Bartolomeo. Proprio laddove si concentra in forma maggiore il problema del disagio giovanile. La “Casa di Willy”, che sarà inaugurata nel mese di dicembre, diventerà la seconda casa dei ragazzi della zona, grazie alle numerose attività promosse dagli enti del terzo settore che ne prenderanno la gestione. Proprio in questi giorni è stato pubblicato l’avviso pubblico. Ne abbiamo parlato con l’assessore alla Coesione sociale Luigi Maccaro.
Assessore, finalmente la “Casa di Willy” sta per diventare realtà. Quali sono le direttrici di questo progetto?
«E’ un progetto che risponde al bisogno di socialità, in un contesto nel quale l’offerta di luoghi di aggregazione è pressoché inesistente. Per bambini e ragazzi, in particolare, condivisione e aggregazione sono aspetti fondamentali per la crescita: passare il tempo libero con gli amici, vivere avventure positive, sperimentare momenti di protagonismo con l’aiuto di educatori preparati. Questo fa la differenza e il centro di aggregazione giovanile diventa una vera e propria infrastruttura della comunità educante, fatta di famiglie, scuole, istituzioni e terzo settore. Un presidio insostituibile nelle politiche di contrasto della povertà educativa. L’ente che si aggiudicherà il bando dovrà tenere aperto il centro, organizzare attività insieme ai ragazzi: doposcuola, sport, attività espressive, ma anche momenti di ascolto per intercettare condizioni di disagio e percorsi di promozione degli stili di vita sani».
Nella mission del progetto c’è il contrasto al disagio giovanile. Qual è la misura del problema in città?
«Il disagio è una condizione connessa all’essere giovani, non dobbiamo averne paura e ricordarci che ci siamo passati tutti.
Anzi, si diventa grandi proprio grazie al fatto che si affronta e si supera la condizione di disagio. Alcune espressioni di questo disagio possono però diventare pericolose ma ricordiamoci pure che la responsabilità è degli adulti. Fumo, droghe, alcol e gioco d’azzardo hanno da un lato i ragazzi come carne da macello dall’altro adulti che lucrano affari incredibili. Così come è incredibile che anche lo Stato debba fare cassa sulla pelle dei ragazzi.
E poi c’è la cultura del capriccio che in nome del diritto privato e della libertà personale tollera comportamenti molto pericolosi. Una finestra su questo mondo ce l’abbiamo nel weekend osservando piazza Labriola e gli altri luoghi di aggregazione giovanile. Ma cosa offriamo in cambio come istituzioni? La “Casa di Willy” vuole essere un primo passo per cambiare registro. Insomma, i problemi ci sono e ci saranno sempre. Ma noi dobbiamo dare segnali concreti di non volerci arrendere».
Coinvolgere i ragazzi del quartiere promuovendo svariate attività: così si favorisce l’integrazione?
«La vera scommessa è investire risorse sui ragazzi nella certezza che dando loro fiducia il futuro sarà migliore per tutti. Crediamo che la “Casa di Willy” possa diventare un motore di attività per tutto il quartiere dove i protagonisti possano essere i ragazzi ma i beneficiari saranno tutti: bambini, anziani, famiglie. E allo stesso tempo un monito di lotta al bullismo per non dimenticare quello che è successo».